Nel momento in cui anche realtà editoriali che fanno informazione sul mondo dell’intrattenimento arrivano a toccare quotidianamente questioni come l’Emergenza Coronavirus si dovrebbe paradossalmente capire in maniera anche più diretta come e perché si tratti di una situazione da non sottovalutare e da affrontare con tutta la necessaria coscienza civica atta a preservare tanto la salute dell’individuo, quanto quella di chi ci sta intorno evitando quegli atteggiamenti discutibili di cui, purtroppo, abbiamo avuto testimonianza negli ultimi giorni.

Ultimamente, avrete spesso sentito le autorità e i media intenti a incoraggiare, laddove possibile, delle modalità di lavoro in “smart working”. Che è un modo “elegante” per dire: se potete, lavorate, ma qualora la vostra professione sia adattabile alla cosa, esercitatela da casa. In buona sostanza, si tratta di fare quello che, ad esempio, realtà come la nostra fanno già di default, ovvero operare in remoto, a prescindere dall’esistenza di un ufficio e/o di una sede centrale. Ovviamente, il paradosso di una realtà come BadTaste è quella di lavorare già “smart” in un settore che, però, dipende dall’apertura dei cinema e dagli investimenti pubblicitari che vengono fatti sulle nostre pagine. Investimenti che, allo stato attuale delle cose, sono fermi.

Tornando allo smart working, conosciamo bene tanto le difficoltà “mentali” quanto quelle “strutturali” collegate a esso, ma, in questo periodo di certo non facile, il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione è venuto incontro a tutte quelle persone e aziende che risiedono nelle zone più colpite dall’Emergenza Coronavirus con un’iniziativa di solidarietà digitale.

Come viene spiegato nell’apposito sito:

L’iniziativa, promossa dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, con il supporto tecnico di AgID, ha l’obiettivo di ridurre l’impatto sociale ed economico nelle aree soggette a restrizioni a causa del Coronavirus (SARS-CoV-2), rendendo disponibili gratuitamente a cittadini e imprese una serie di servizi che consentono di:

– lavorare da remoto, attraverso connettività rapida e gratuita e l’utilizzo di piattaforme di smart working avanzate;

– leggere gratuitamente un giornale anche senza andare in edicola o un libro senza andare in libreria sul proprio smartphone o tablet;

– restare al passo con i percorsi scolastici e di formazione, grazie a piattaforme di e-learning, come proposto dal MIUR.

L’elenco dei servizi è consultabile online su Solidarietà Digitale. Le soluzioni sono messe a disposizione da imprese, privati e associazioni e sono rivolte a tutti coloro che risiedono nelle aree rosse colpite dal contagio del #COVID19.

Già diverse aziende hanno aderito all’iniziativa e qualsiasi altra potrà unirsi rendendo fruibili gratuitamente i propri servizi internet ai cittadini delle zone rosse. Per aderire basta scrivere una mail a [email protected]  fornendo le informazioni richieste.

Facilitazioni per ottenere SPID 

Grazie all’azione di coordinamento di AgID, i 5 Identity Provider che forniscono le modalità di riconoscimento via webcam a pagamento, hanno messo a disposizione tale modalità in forma gratuita (aggiungendosi agli IDP che già forniscono questo servizio) per gli utenti che si trovano nelle zone rosse.

L’obiettivo è facilitare le persone che si trovano in quarantena a fruire online dei servizi della PA e dei privati aderenti attraverso SPID.

Oltre al riconoscimento via webcam, gli utenti possono richiedere SPID gratuitamente se sono già in possesso di firma digitale, carta d’identità elettronica (CIE) o carta nazionale dei servizi (CNS).

Sono davvero tante le realtà che, in questa delicata emergenza Coronavirus, hanno aderito all’iniziativa, da TIM ad Amazon, passando per CISCO Ibm e Vodafone.

Potete consultarle tutte direttamente in questa pagina.

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