Mentre in vari paesi le catene cinematografiche iniziano a licenziare dipendenti a causa delle chiusure dovute all’emergenza Coronavirus (un problema del quale Christopher Nolan si è fatto portavoce nella richiesta di aiuti al governo americano), e distributori come la Universal hanno iniziato a “rompere” le finestre distributive anticipando il lancio in VOD di film usciti in sala solo poche settimane fa, in Francia è lo stesso governo ad approvare una misura temporanea per allentare la rigida regolamentazione delle finestre distributive.

Screen riporta infatti che all’interno dell’ampia legislazione per rallentare la diffusione del Covid-19 e proteggere l’economia sono state inserite anche misure che danno poteri straordinari al CNC (Centre national du cinéma et de l’image animée) per accorciare unilateralmente le finestre di distribuzione dei film. Questo nello stesso giorno in cui l’UNIC, organismo che rappresenta a livello europeo gli esercenti cinematografici, aveva diffuso una dichiarazione contro le implicazioni a lungo termine della rottura delle finestre.

Attualmente, in Francia la regola vuole che i film che hanno staccato più di 100,000 biglietti (circa 700,000 euro d’incassi) possano uscire in Video on Demand dopo quattro mesi; per i film che hanno ottenuto un numero inferiore di presenze la finestra scende a tre mesi. Le nuove misure concedono al CNC il potere di decidere di accorciare o annullare questi tempi, visto che i cinema sono chiusi. L’organismo ha assicurato agli esercenti che le deroghe verranno decise caso per caso e non in maniera sistematica.

Gli oltre 2,000 cinema francesi (per un totale di circa 6,000 schermi) hanno chiuso i battenti il 14 marzo: all’epoca erano in sala circa 60 pellicole, alcune delle quali erano uscite da pochissimo.

Curiosamente, diversi distributori hanno accolto queste misure straordinarie con diffidenza. Per le pellicole già in sala all’epoca delle chiusure, la possibilità di arrivare on demand prima del previsto è stata vista come positiva, ma aziende come Le Pacte (che stava per distribuire Pinocchio di Matteo Garrone) hanno deciso di rimandare i prossimi lanci aspettando la riapertura dei cinema, per privilegiare ugualmente le uscite in sala.

Screen, infine, cita il curioso caso del gigante Canal Plus, che qualche giorno fa è andato in chiaro in risposta al lockdown. Ieri la Paytv ha dovuto fare un passo indietro su richiesta del Conseil supérieur de l’audiovisuel, che ha raccolto le denunce di canali in chiaro come M6 e TF1. Spiega la SIAE francese: “Non appena hanno iniziato a mostrare in chiaro i loro canali, hanno reso disponibili dei film senza rispettare le finestre distributive. Erano film che appartenevano alla finestra Pay, non potevano essere trasmessi in chiaro.”

Le finestre sono regolamentate da accordi complessi raggiunti dopo anni di trattative, accordi che quest’emergenza (che sta cambiando diversi paradigmi) sta mettendo in discussione con incredibile rapidità.

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