Sono passati diversi anni dall’uscita dell’Uomo d’Acciaio e dalle polemiche che generò il controverso finale del film, in cui Superman (Henry Cavill) uccide il Generale Zod (Michael Shannon).

E ora, in una lunga intervista durante il podcast ReelBlend, Shannon si sbilancia per la prima volta spiegando perché a suo avviso il gesto di Kal-El fosse inevitabile:

No, non penso vi fosse un’altra maniera per finire il film, davvero. Voglio dire: Zod dice esplicitamente “o io, o te. Non ti lascerò sopravvivere. Ti ucciderò a meno che tu non uccida me.” Una vicenda decisamente da mitologia greca, non trovate?

Shannon spiega comunque che se si fosse trovato in disaccordo con la scelta di Zack Snyder non avrebbe comunque obbiettato:

Conosco altri attori che si sentono più a loro agio interferendo con la sceneggiatura e la storia. Non mi sono mai sentito a mio agio con questo tipo di cose, a meno di non trovarmi sotto il naso qualcosa di veramente privo di senso. Di solito sto zitto, non sono uno sceneggiatore. Non potrei comunque scrivere una sceneggiatura per salvarmi la vita. Quindi rispetto totalmente la sceneggiatura, e intervengo solo su indicazione del regista.

Shannon racconta anche di essere particolarmente legato a quella scena per motivi personali:

Francamente, per me è stato fantastico girare quella scena perché sono di Chicago. Ho iniziato a recitare a Chicago! L’abbiamo girata nella Union Station, un edificio iconico di Chicago, nello stesso posto dove hanno girato la scena del passeggino ne Gli Intoccabili. Continuavo a guardarmi intorno cercando di riconoscere i punti: “Dove stava Andy Garcia? Dove stava Sean Connery? E Kevin Costner? Dove si trovavano?” Era la mia principale preoccupazione durante le riprese di quella scena!

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