Pedro Almodóvar sta tenendo un diario della quarantena sulla rivista spagnola eldiario (tradotto in Italia da RollingStone) nel quale ripercorre esperienze del suo passato nella solitudine del suo appartamento di Madrid: nel secondo appuntamento di questa rubrica, tra le altre cose, ricorda una scandalosa cena che coinvolse Madonna, Antonio Banderas e altre star.

Era il 1989, Almodóvar si trovava a Los Angeles per partecipare alla sua prima cerimonia degli Oscar (che non vinse). Il regista racconta di quando fu invitato da Madonna a visitare il set di Dick Tracy, le cui riprese erano in corso:

[…] Devo dire che tutta la troupe, da Warren Beatty a Storaro, fu estremamente gentile con me. Mi trattarono come fossi George Cukor. Beatty mi obbligò a sedermi sulla poltroncina su cui era scritto il suo nome, il posto del regista, per poter vedere la ripresa della sequenza che stavano girando. Ero sul punto di confessargli che la scoperta del mio orientamento sessuale risale a quando, da piccolo, lo vidi in Splendore nell’erba, ma ovviamente mi trattenni. Stavano girando una scena in cui un Al Pacino irriconoscibile parlotta all’infinito. Quell’interpretazione gli sarebbe valsa la nomination all’Oscar l’anno successivo, e il film avrebbe vinto tre statuette.

Madonna mi mostrò tutte le scenografie, e conobbi una persona che ammiravo moltissimo, Milena Canonero, la costumista che già allora aveva vinto tre Oscar (sarebbe stata nominata per Dick Tracy l’anno seguente): per Momenti di gloria, Barry Lyndon e Cotton Club. Altri tre film consigliati per alleviare la quarantena. Il mio preferito è Barry Lyndon di Kubrick. Milena Canonero vincerà anche un quarto Oscar, ma ora non mi viene in mente per quale film. Visitare l’atelier dove lavorava è stata forse la cosa che più mi ha colpito di quella visita, ed è l’unico motivo per cui mi sarebbe piaciuto lavorare ad Hollywood: l’ossessione per i dettagli.

Una delle caratteristiche di Dick Tracy, il personaggio del fumetto, è il cappello giallo. Milena doveva trovare lo stesso giallo del disegno del comic a tutti i costi. Mi mostrò duecento cappelli uguali, la cui unica differenza era una leggera sfumatura del colore. Mi rividi tantissimo in quella ossessione per il dettaglio. Anch’io, a mio modo, faccio lo stesso quando giro i film; non so lavorare in altra maniera (ma sicuramente so lavorare a spese molto più basse).

Almodóvar entra poi nel dettaglio di una festa che organizzò l’anno successivo, quando Madonna visitò Madrid in occasione del suo Blonde Ambition Tour e il regista organizzò uno spettacolo di flamenco per lei nell’hotel Palace invitando anche Antonio Banderas… su richiesta della stessa popstar:

Le promisi che Antonio sarebbe venuto, ma non le dissi che non potevo non invitare anche Ana Leza, che al tempo era sua moglie, ed era una fan sfegatata della cantante.

Lei, Madonna, decise dove dovevamo sederci (c’erano vari tavoli rotondi per i miei amici e i suoi ballerini). Naturalmente, lei si sedette al tavolo principale, con me alla sua destra e Antonio alla sua sinistra. E spedì Ana Leza al tavolo più lontano di quella grande sala.

La popstar in realtà approfittò della serata per girare buona parte di A letto con Madonna, e il regista con questo suo resoconto decide di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, visto che la cosa venne fatta senza il loro permesso:

Un anno dopo vidi uscire un film, A letto con Madonna, girato in gran parte durante la mia festa al Palace; la corte spietata ad Antonio è uno dei temi portanti del film e, ovviamente, la scena in cui Madonna liquida con una sola frase Ana Leza non fu tagliata durante il montaggio. Alla fine della cena, Ana si era azzardata ad avvicinarsi al nostro tavolo, e aveva detto con sarcasmo alla bionda divina: “Vedo che ti piace mio marito. Non mi stupisco, piace a tutte, ma non mi importa, sono una tipa molto moderna”. A cui Madonna aveva risposto: “Get lost”. (Ma sparisci).

[…] Madonna ci trattò da sempliciotti, prima o poi dovevo dirlo, e non si degnò nemmeno di chiederci il permesso per utilizzare le nostre immagini; oltretutto mi ha doppiato, probabilmente il mio inglese non era abbastanza buono.

Infine, svela un aneddoto su un momento della serata che non venne incluso nel film:

A un certo punto della cena Madonna mi domanda: “Chiedi ad Antonio se gli piace picchiare le donne” (giuro che è andata così). Glielo traduco. Antonio non dice niente, balbetta, e fa un’espressione del tipo: “Sono un gentiluomo spagnolo e farei di tutto per una donna”. Secondo me il silenzio e la faccia erano molto eloquenti, ma Madonna voleva di più. “Chiedigli,” continuò, “se gli piace essere picchiato dalle donne.” Glielo traduco; “to hit” e “women” erano due parole che conoscevo già nel 1990. Antonio fece la stessa espressione che non significava né sì né no, ma che diceva che un gentiluomo spagnolo era al servizio dei desideri delle sue dame.

Vi racconto questo in primo luogo perché è successo davvero e fu anche il momento più divertente della serata, ma lei non ritenne necessario includerlo nel film. E ci è voluta questa pandemia perché il mondo potesse sapere come sono andate realmente le cose.

Ricordiamo che cinque anni dopo Banderas e Madonna furono protagonisti del film Evita.

La traduzione dallo spagnolo è opera di RollingStone.it, che sta pubblicando la versione italiana del diario di Almodóvar.

 

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