A fine marzo, Tom Hanks e Rita Wilson sono rientrati ufficialmente negli Stati Uniti dopo aver contratto il Coronavirus e aver affrontato la quarantena in Australia.

Qualche giorno fa abbiamo anche avito modo di vedere Tom Hanks come ospite a sorpresa della puntata speciale del Saturday Night Live “at home” andata in onda sulla NBC sabato sera. Il celebre programma comico è tornato in onda, dopo una pausa dovuta all’emergenza Coronavirus, con un’edizione molto particolare composta da contributi originali prodotti da remoto, che ovviamente non hanno risparmiato una certa ironia sulle conferenze Zoom.

Potete vedere il segmento con la star di Cast Away e Forrest Gump in questa pagina.

In un’intervista rilasciata a CBS This Morning, Rita Wilson ha parlato di come lei e suo marito hanno contratto il virus SARS-CoV-2 che, dalla Cina, si è propagato in tutto il mondo causando una pandemia che ha messo in ginocchio l’intero pianeta.

I due avrebbero contratto il virus che causa la malattia infettiva respiratoria entrando in contatto con un individuo positivo mentre si trovavano in Australia per le riprese del nuovo film di Tom Hanks, il biopic su Elvis Presley diretto da Baz Luhrmann. Nel film, la cui produzione è stata chiaramente sospesa a margine dell’emergenza sanitaria, l’attore interpreta il manager del leggendario cantante, il Colonnello Tom Parker. Rita Wilson ha specificato di non conoscere l’identità dell’individuo che li ha contagiati, ma ha anche puntualizzato che nessuna persona a loro vicina, fra amici e parenti, è stata infettata. Nell’intervista racconta anche come, una volta che la febbre era sparita, abbia avuto a lungo a che fare con gli effetti collaterali della malattia, dalle vertigini alla marcata astenia muscolare anche se lei ha avuto affrontato sintomi più forti rispetto al marito: “Lui non ha avuto la febbre alta e non ha perso il gusto e l’olfatto”. Ha anche rivelato che sia lei che Tom Hanks doneranno il loro plasma alla ricerca.

Una delle strade percorse dai ricercatori per contrastare l’infezione da COVID-19 prevede infatti anche l’impiego del plasma dei guariti.

Come possiamo leggere su Repubblica:

Fra i percorsi individuati, una strada importante potrebbe essere rappresentata dall’uso, nei malati, del plasma, la parte liquida del sangue, di persone che hanno avuto Covid-19 e sono completamente guarite. Queste persone, infatti, hanno sviluppato anticorpi contro il nuovo coronavirus che possono servire a chi è malato per combattere l’infezione […] L’efficacia di questa opzione, già impiegata in passato nella Sars e nella Mers, è stata provata anche da uno studio in Cina, per ora su 10 pazienti, pubblicato sulla prestigiosa rivista Pnas. Insomma, se ulteriori dati confermeranno la sua validità, il plasma da guariti potrebbe essere in futuro essere applicato su scala più ampia. Quando il paziente non ha più sintomi e ha due tamponi (consecutivi e a distanza di 24 ore) negativi al virus, si definisce guariti. Dopo la guarigione, di solito sviluppa l’immunità al patogeno – ora in corso di studio da parte dei ricercatori attraverso test sierologici. Questa immunità, infatti, si “vede” nel sangue dalla presenza di anticorpi specifici, le immunoglobuline IgG, per il Sars-CoV-2. La loro presenza, più o meno abbondante,  conferma la presenza di una sorta di protezione contro nuove infezioni da Sars-CoV-2.  

Vi invitiamo a prendere visione di quanto indicato sul sito del Ministero della Salute in merito al nuovo Coronavirus.

Trovate tutte le notizie legate all’emergenza nuovo Coronavirus in questo archivio.

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