Torniamo a parlare di Disney+ e della versione censurata di Splash presente sulla piattaforma.

Come vi abbiamo spiegato un paio di giorni fa, Splash – Una sirena a Manhattan, pellicola di Ron Howard datata 1984 è proposto su Disney+ ma, in due scene, è stato modificato per coprire con dei goffi capelli realizzati al computer o un effetto sfocatura la nudità di Daryl Hannah.

Il Parents Television Council americano ha emesso un comunicato stampa in cui dichiara di aver approvato la mossa:

Il Parents Television Council ha lodato Disney+ per aver mantenuto la sua promessa di essere una piattaforma family friendly rimuovendo la nudità dal film Splash e ha invitato la compagnia a mantenere desto questo impegno mano a mano che vengono aggiunti contenuti al servizio.

Disney+ ha un chiaro vantaggio sulle altre piattaforme streaming perché il suo modello di business si basa proprio sull’essere orientato alle famiglie. Siamo grati a Disney+ per essersi assicurata che la nudità presente originariamente in Splash venisse ritoccata. Si tratta di modifiche che non rendono irriconoscibile o non guardabile il film. Servono ad assicurarsi che i bambini che guardano la pellicola non siano posti di fronte alla nudità e questo rende Disney+ un fidato streamer per famiglie.

Come ricorda Wikipedia:

Il Parents Television Council (PTC) è un gruppo di pressione statunitense fondato dal conservatore attivista L. Brent Bozell III nel 1995. L’associazione pubblica recensioni e ricerche non scientifiche sui programmi televisivi e sul potenziale effetto dannoso che potrebbero avere per lo sviluppo dei bambini.

Anche se le loro ricerche non sono supportate da nessun organismo indipendente o studi scientifici, e nonostante il numero di iscritti non raggiunge neanche l’1% della popolazione statunitense (12.000 membri fino all’ottobre 2010), le dichiarazioni e le iniziative del PTC trovano sempre ampia copertura mediatica. Tipiche iniziative del PTC nei confronti di programmi considerati dannosi per i bambini sono l’invito a non guardarli per i telespettatori, a boicottare i loro spazi pubblicitari per gli inserzionisti e a limitare i loro contenuti o sospenderli per le emittenti che li trasmettono. Tali inviti sono spesso accompagnati da un’intensa campagna mediatica e da un massivo invio di reclami alla Federal Communications Commission.

Nel 2004 la Federal Communications Commission ha reso noto che il Parents Television Council è la fonte dal quale riceve la maggioranza di reclami. Sin dalla sua esistenza, il PTC è stato accusato di promuovere la censura ed è stato ampiamente criticato per la sua ideologia.

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