Quando Collider ha intervistato Steven Soderbergh chiedendogli cosa stesse facendo per tenersi occupato in quarantena, il conduttore dell’intervista Dan Dunn non si aspettava che il regista svelasse di aver lavorato al seguito di Sesso, bugie e videotape.

Nell’intervista il regista ha ammesso:

Durante la quarantena ho scritto in maniera costante come non facevo dall’estate del 1985. E ci tengo a precisare che non mi sono mai considerato uno scrittore. Ho sempre scritto con l’intenzione di entrare in questo mondo, perché nulla può impedirti di metterti di fronte a una tastiera e scrivere.

[…]

Quando è stata annunciata la quarantena qui a New York, per preservare la mia sanità mentale e tenermi occupato, ho deciso che avrei scritto, che sarei tornato a scrivere. Così nelle prime 6-7 settimane, ho finito 3 sceneggiature. Una era un rimaneggiamento, una era una storia originale e un’altra un adattamento di un romanzo che volevo fare. Quella originale era il sequel di “Sesso, bugie e videotape”. Era un’idea che mi ronzava in testa da un po’, mi sono reso conto di aver trovato un modo per tornarci e così l’ho scritto. E adesso voglio realizzarlo.

sesso bugie videotape

Steven Soderbergh ha diretto Sesso, bugie e videotape nel 1989 con James Spader, Andie MacDowell e Peter Gallagher. È valso al regista la Palma d’oro al 42º Festival di Cannes ed è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

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