La cultura popolare va rispettata, proprio perché riguarda tutti. Un assunto semplice, ma che raramente ha trovato ampio consenso. Da anni il dibattito attorno ai generi cinematografici più in voga (è preferibile usare il termine “campioni di incassi” rispetto a “mainstream”) sta dividendo il pubblico. Sono sempre più netti gli odi dei detrattori e le passioni dei fan. I primi, il più delle volte, contestano alla cultura del blockbuster di semplificare linguaggio, tecniche e significati per proporre una lettura della realtà “tagliata con l’accetta”. Altri apprezzano invece la capacità intercettare le paure, emozioni e voglie di riscatto della maggior parte dei moviegoers proprio con questa invidiabile capacità di sintesi e di intrattenimento. Una cosa accomuna però le due posizioni: per poter vivere e sopravvivere, con incassi non indifferenti, il blockbuster moderno deve guardare all’oggi. Nel bene e nel male.

Il primo Guerre stellari fu simbolo di anni di riscoperta dello spazio e de...