Fra i tanti successi professionali di Harvey Weinstein, il produttore cinematografico americano recentemente condannato a 23 anni di prigione per aver commesso i reati di atto sessuale criminale di primo grado nei confronti dell’assistente di produzione Mimi Haley e di stupro di terzo grado nei confronti di Jessica Mann, c’è anche l’aver portato negli Stati Uniti, tramite la Miramax (all’epoca controllata dalla Disney), i film dello Studio Ghibli.

Un rapporto non semplice quello fra la realtà nipponica e quella di Weinstein di cui si sta riparlando, recentemente, grazie all’uscita di “Sharing a House with the Never-Ending Man: 15 Years at Studio Ghibli” libro in cui Steve Alpert ricorda i suoi 15 anni alla guida della divisione internazionale dello Studio Ghibli. Dal 1996 al 2011, ha contribuito notevolmente alla diffusione al di fuori dei confini dell’arcipelago giapponese delle opere prodotte dallo studio.

Nelle sue memorie, Alpert chiarisce un aneddoto relativo a quando lo Studio Ghibli decise di far capire ad Harvey Weinstein la posizione ufficiale di Miyazaki and co sui tagli e le modifiche che “Harvey Mani di Forbice” voleva effettuare ai danni di La Principessa Mononoke.

Anni fa, abbiamo appreso che Toshio Suzuki, storico produttore dei film di Hayao Miyazaki, aveva spedito a Weinstein una katana che, sulla lama, riportava la scritta “No cuts”, niente tagli.

Miyazaki ricorda:

Era stato il mio produttore a spedirla. Anche se ero andato a New York per incontrare quest’uomo, questo Harvey Weinstein rimanendo bombardato dall’aggressività dei suoi attacchi, da tutte le richieste di tagli.

Nel libro di Alpert possiamo leggere:

Suzuki conosceva questo piccolo negozio, nascosto e difficile da trovare, che si trova a Tokyo nascosto sotto ai binari della linea ferroviaria di Shinbashi e Yurakucho. Era lì che le case di produzione giapponesi acquistavano le armi realistiche impiegate nei film di samurai. Suzuki ne scelse una che portammo con noi a New York per il nostro meeting con Harvey. Era davvero una replica estremamente convincente in ogni più piccolo dettaglio a eccezione del fatto che, ovviamente, la lama non era affilata. Cosa che però non capivi se non avvicinavi lo sguardo.

Erano giorni in cui potevi ancora portare una spada da samurai come bagaglio a mano in un volo turistico da Tokyo a New York. Suzuki diede la spada a Harvey in una sala conferenza piena d’inorriditi dipendenti Miramax. Uno di loro poi si avvicnò a me dicendomi “Avete dato UNA SPADA ad Harvey? Ma siete PAZZI?”.

Nel dare la spada a Weinstein, Suzuki disse ad alta voce, in inglese, “La Principessa Mononoke, NIENTE TAGLI!”.

Cosa ne pensate di questo aneddoto sullo Studio Ghibli e Harvey Weinstein? Ditecelo nei commenti!

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