Si parla ormai da anni e anni del sequel di La Passione di Cristo, la pellicola di Mel Gibson interpretata da Jim Caviezel e uscita nel 2004 che, a fronte di un budget di soli 30 milioni di dollari, riuscì a ottenere un box office sensazionale di ben 622 milioni (dati non aggiornati all’inflazione, ndr.).

In una nuova intervista rilasciata a Breitbart News, Jim Caviziel è tornato a parlare di questo sequel discutendo anche di come il successo del film di 16 anni fa abbia influenzato la sua carriera.

Mel Gibson mi ha spedito recentissimamente la terza versione, la terza versione della sceneggiatura. Manca poco. È intitolato La Passione di Cristo: Resurrezione. Sarà il film più grande di sempre nella storia del mondo.

L’intervistatore domanda poi a Jim Caviezel un commento circa il suo inserimento in una sorta di blacklist di Hollywood dopo la sua interpretazione di Gesù Cristo nel film di Gibson, un lungometraggio particolarmente amato dagli ambienti più conservatori d’America (ricordiamo che l’intervista è stata, fra l’altro, rilasciata a uno dei più noti siti della destra conservatrice statunitense, ndr.). Questa la risposta data dall’attore.

Sei un uomo di fede dichiarata. Come ha influito questa cosa sulla tua carriera, specie dopo La Passione di Cristo?

Non avevo scelta. Dovevo difenderla. E ho dovuto combattere per sopravvivere. Il film esplose. Era fuori da ogni scala. E chiaramente sei portato a pensare che “Oh, lavorerò un sacco dopo”. Invece no. Non ero più nelle liste degli studios. Tutto andato. Perché quello che faccio in qualità di attore, che è la mia abilità, è un dono che mi arriva dal Signore […] La Fede mi sembrava qualcosa di più grande dell’industria, di Hollywood, ma anche più grande di qualsiasi questione collegata al partito Repubblicano o Democratico.

Nel settembre del 2016, in un’intervista rilasciata al pastore Greg Laurie, Mel Gibson si era così espresso circa il progetto:

Ne stiamo parlando. Naturalmente è un progetto molto importante. Sapete, non è La Passione 2, è la Risurrezione. Un soggetto rilevante che deve essere maneggiato con attenzione perché non vogliamo solo un rendering di… insomma, leggetevi quello che è accaduto. Leggerlo, averne effettiva esperienza e comprenderne i significati più profondi è complicato, ma Randall Wallace è all’altezza del compito. La fede è una cosa autentica. Ci ho pensato spesso nel corso del tempo, è come se con La Passione di Cristo io abbia realizzato il film supereroistico definitivo. Anche una persona come Desmond Doss è un supereroe anche perché nella vita di tutti i giorni i supereroi non indossano lo spandex e non fanno affidamenti su effetti speciali in 3D. Ma operano davvero a un livello superiore, quasi sovrannaturale. Guardano e puntano a qualcosa di più grande di loro e fanno qualcosa di realmente sovrumano.

Quanto attendete il sequel di La Passione di Cristo? Ditecelo nei commenti!

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