Robert Downey Jr ha due vite.

Una prima e una dopo Iron Man.

Una prima e una dopo l’addio all’alcol.

Un’ombra che ha trascinato con sé sin dall’adolescenza il giovane prodigio, figlio di un regista dell’underground, reazionario, geniale e ingombrante (Robert Downey Sr). 

La carriera di Robert Downey Jr disegna su un foglio bianco dei solchi che assomigliano a una montagna russa. Con dei picchi altissimi e delle crisi abissali, di quelle che finiscono le carriere e, spesso, finiscono la vita stessa. Ma è anche una storia di redenzione, di risalite e, indubbiamente, di speranza.

“L’alcolismo è una malattia del cervello che, tra le conseguenze, ti impedisce di accettare le cure quando ti vengono offerte”, ha detto l’attore ospite della seconda puntata di Non c’è bisogno di presentazioni, lo show Netflix con David Letterman al culmine di un dialogo iniziato con la solita patina glamour e arrivato a raccontare la vita vera e più intima della star.

Il format è semplice: il ...