Dopo oltre 21 anni (tra Titanic e Avatar) di dominio incontrastato della classifica degli incassi globali che non tiene in considerazione l’inflazione, James Cameron da qualche mese ha perso il titolo in favore di Avengers: Endgame. Ora, intervistato in esclusiva da Deadline mentre è al lavoro sui sequel di Avatar in Nuova Zelanda, il regista parla di come si è sentito quando, a fine luglio, il film dei Marvel Studios è balzato in testa alla classifica globale:

Mi ha dato tantissima speranza. Avengers: Endgame è la prova dimostrabile che le persone vanno ancora al cinema. Quello che mi spaventava di più di girare Avatar 2 e Avatar 3 è il fatto che il mercato è cambiato così tanto, e che potesse essere passata l’epoca in cui le persone sono entusiaste di andare in una sala buia con un gruppo di estranei per guardare qualcosa.

Questo, comunque, non ha mai messo fretta a Cameron nel realizzare i sequel di Avatar: annunciati nell’ottobre del 2010, dovevano uscire nel 2014 e 2015. Le riprese in realtà sono iniziate alla fine del 2017, e si sono dimostrate molto più lunghe e complesse del previsto (come spesso capita nelle produzioni di Cameron) per via di lunghe sessioni subacquee e in motion capture. Ora l’uscita del primo film è fissata per il 17 dicembre 2021 e quella del secondo per il 22 dicembre 2023.

Nel frattempo molto è cambiato nel mercato cinematografico:

Riusciranno Avatar 2 e Avatar 3 a creare quel tipo di successo ed entrare nel zeitgeist? Chi lo sa. Ci stiamo provando. Magari ce la faremo, magari no, ma il punto è che è ancora possibile farlo. Sono felice di ciò, l’alternativa è che con la disponibilità quasi immediata del contenuto e la possibilità di progettare e personalizzare la propria esperienza grazie ai servizi streaming, il potenziale cinematografico non esista più. Sono felice, invece, che esista perché io adoro il grande schermo. Non che non sia disponibile a realizzare qualcosa per lo streaming, perché permette di fare qualcosa con i personaggi in maniera diversa, ma quello che amo fare è creare un’esperienza completamente immersiva che ti costringe a spegnere il cellulare e lasciarti coinvolgere. Lo spettatore si lascia coinvolgere per due ore, due ore e mezza. E ora so che questa cosa esiste ancora!

Cosa ne pensate? Ditecelo nei commenti!

 

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