Il produttore e co-sceneggiatore di Borat 2, Anthony Hines, ha raccontato a Variety alcune idee scartate per il sequel.

Tra queste c’era un incontro tra la figlia di Borat e il fondatore di MyPillow (azienda produttrice di cuscini), Mike Lindell:

C’era questa folle idea di realizzare un’intervista con distanziamento sociale tra Mike Lindell e la figlia di Borat, e con la scusa di non poter girare in interni, l’avremmo fatta ai margini di una foresta o in un posto deserto. Ci sarebbe stato un materasso con molti prodotti di MyPillow e Borat avrebbe trovato Mike Lindell ai margini della foresta in un letto con sua figlia. L’uomo di MyPillow avrebbe dovuto spiegare cosa diavolo stesse succedendo. Si trattava di una versione alternativa della sequenza folle finita nel film.

Tra i vari potenziali anche Donald Trump Jr. e suo padre, anche se alla fine Rudy Giuliani ha “vinto”:

In un mondo ideale, Giuliani sarebbe stato Donald Trump. Avevamo dalle 20 alle 30 persone nell’universo di Trump che avrebbero potuto essere protagoniste di quell’intervista, e ad eccezione di Trump stesso, Giuliani era quello a cui puntavamo di più.

Borat Seguito di film cinema: Consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan è uscito su Amazon Prime Video il 23 ottobre.

In questo sequel Borat non è più il presentatore semisconosciuto kazako del 2006. Oggi tutti sanno chi è, quindi deve andare sotto copertura per intervistare le persone.

Il primo film, Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan, è uscito nel 2006 in America e nel 2007 in Italia. Costato 18 milioni di dollari, ne incassò poi quasi 262 a livello globale.

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