La notizia della morte di Chadwick Boseman, avvenuta venerdì a causa di un cancro al colon, ha colpito tutti di sorpresa, e solo adesso iniziano ad arrivare i primi dettagli su come l’attore sia riuscito a mantenere il più stretto riserbo sulla lotta che ha dovuto affrontare per ben quattro anni.

L’Hollywood Reporter, in un lungo articolo in cui parla della sfida che dovrà affrontare la Disney per mandare avanti il franchise di Black Panther (di cui è già stato annunciato un sequel). A quanto affermano fonti informate, nessuno coinvolto nel blockbuster era a conoscenza della malattia di Boseman:

A parte la famiglia, solo una manciata di persone sapeva che Boseman stava male, incluso il suo socio produttore Logan Coles, il suo storico agente Michael Greene, l’allenatore Addison Henderson e il regista di 42 Brian Helgeland – con vari livelli di conoscenza sulla gravità delle sue condizioni.

L’avvocato esperto in questioni finanziarie legate al cinema Shuyler Moore ha spiegato al sito che nonostante ciò che si pensa, non sono necessari esami medici a fini assicurativi per lavorare a blockbuster come quelli dei Marvel Studios, e che questo tipo di obblighi sono più frequenti nel cinema indipendente:

A volte, i grandi studios stipulano delle assicurazioni per determinati attori, ma solitamente è per motivi particolari. Altrimenti, gli studios si accollano il rischio di tragedie come malattia o morte.

Il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige ha ricevuto la ferale notizia non prima del 28 agosto, con un’email scarna di dettagli che lo informava dell’aggravarsi delle condizioni dell’attore. Un’ora dopo, Boseman è morto. Secondo le fonti citate dall’Hollywood Reporter, ancora una settimana prima di morire era convinto di riuscire a sconfiggere il cancro e rimettersi in forma entro l’inizio delle riprese del sequel di Black Panther, che sarebbero iniziate a marzo 2021: avrebbe dovuto iniziare gli allenamenti a settembre.

Secondo il sito, in questo momento in Disney si sta cercando di metabolizzare la perdita di un membro importante della famiglia Marvel, e non ci si sta concentrando sul sequel di Black Panther, che fino a qualche giorno fa era attivamente in sviluppo, come ha ricordato il regista Ryan Coogler nel suo tributo:

Ho passato l’ultimo anno a preparare, a immaginare e scrivere parole da fargli recitare che noi eravamo destinati a non vedere. Mi fa sentire a pezzi sapere che non riuscirò a vedere un altro primo piano di lui sul monitor, o camminare verso di lui per chiedergli un’altro ciak.

Le opzioni sul tavolo sono diverse, tenendo conto che è difficile a questo punto che le riprese possano effettivamente partire a marzo. È improbabile che si proceda con il rimpiazzare l’attore, mentre inizia a farsi strada l’ipotesi che, come in una run dei fumetti, il titolo di Black Panther vada alla sorella di T’Challa, Shuri (Letitia Wright). Si tratta di una possibilità verso la quale i fan hanno già iniziato a esprimere il loro sostegno.

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