La storia è la seguente: un virus sconosciuto trasforma buona parte degli abitanti della Terra in cadaveri assetati di sangue. Quando zombie e sopravvissuti si trovano a convivere, si scatena l’inferno. I vivi cercano di ricostruire una società, ma ben presto iniziano a torturare gli zombie per noia e divertimento, utilizzandoli per il loro intrattenimento e ghettizzandoli.
Secondo Kraus, Romero vedeva il suo libro come una rivincita nei confronti di Hollywood, potendo finalmente raccontare una storia senza censure, limiti di budget e compromessi con i produttori. Kraus ha messo molto di suo, e ha terminato il libro durante la pandemia, come spiega nell’intervista:
All’inizio non riuscivo a crederci. Mi sarebbe piaciuto parlarne con George perché sembrava proprio un suo film. Il virus senza controllo, gli esperti che propongono soluzioni ragionevoli per ridurre il contagio e migliaia, anzi milioni, di persone che si comportano in modo egoista e pericoloso, soprattutto qui in America… Poi ho pensato che è stato un bene che non fosse qui. Non lo avrebbe sopportato. Soprattutto il modo in cui si è comportato Trump. Come si fa a non vedere l’arroganza e il fascismo di quell’uomo? La storia non insegna nulla? George aveva molta paura della tecnologia. Secondo lui, smartphone e social media alla lunga ci avrebbero distrutti.
Trovate l’intervista completa su Repubblica.
È necessario attenersi alla netiquette, alla community infatti si richiede l’automoderazione: non sono ammessi insulti, commenti off topic, flame. Si prega di segnalare i commenti che violano la netiquette, BAD si riserva di intervenire con la cancellazione o il ban definitivo.