David Fincher stava inseguendo Mank da anni e anni, da quando, inizialmente, doveva essere Kevin Spacey a interpretare la parte di Herman J. Mankiewicz e nessuno studio era però disposto a sborsare il budget necessario alla produzione di un film in bianco e nero che celebrava una delle due geniali menti dietro a un capolavoro della storia del cinema come Quarto potere di Orson Welles.

Mank, nei progetti iniziali di David Fincher, doveva arrivare al cinema dopo The Game che, vi rinfreschiamo la memoria, è stato proposto in sala nel 1997. 23 anni fa. Il resto è storia. Kevin Spacey, da un lato, è scomparso dai radar di Hollywood per motivazioni di carattere “comportamentale” per così dire mentre Mank si appresta ad arrivare su Netflix a partire dal 4 dicembre con Gary Oldman nei panni dello sceneggiatore.

In un’intervista rilasciata a TotalFilm, David Fincher ha offerto la sua visione circa l’attuale stato di salute dell’industria cinematografica (pandemia a parte) e sulla collaborazione con Netflix.

Cominciamo proprio da quest’ultimo aspetto e da quelli che, a suo dire, sono i lati positivi del lavorare con una realtà come il colosso dello streaming che, dopo House Of Cards, Love, Death & Robots e Mindhunter, gli ha sostanzialmente solo chiesto “Che film vorresti fare adesso?”:

A meno che tu non stia lavorando a un film che preveda l’arrivo di un Happy Meal, nessuno è interessato alla cosa. Uno dei lati positivi del lavorare con Netflix è che non c’è la stessa pressione per il week-end d’esordio tipica della distribuzione cinematografica perché il film vive nella libreria della piattaforma.

Poi aggiunge scherzando, ma non troppo che:

Certo, non è particolarmente furbo dal punto di vista del business pianificare la produzione di un lungometraggio che è una vera e propria lettera d’amore a un altro film come Quarto potere che sta su un servizio rivale come HBO Max, ma stammi a sentire, se facessimo solo cose intelligenti dal punto di vista commerciale ci sarebbero solo Star Wars, i film Marvel e Jurassic Park. Guarda, l’unica ragione per cui stiamo avendo discussioni del genere e per via della mancanza d’immaginazione di quelli che hanno volontariamente cambiato i comportamenti del pubblico in materia di aspettative. Ormai ci sono solo due stagioni cinematografiche. C’è quella dello spandex estivo e quella della sofferenza invernale. E si fanno film per l’una o per l’altra stagione. E se manchi una di quelle due finisci inevitabilmente nelle altre che sono delle discariche. Per te ha senso? Personalmente non parlo così perché sono uno stanco rompico**ioni, ma perché sono uno stanco e informato rompico**ioni!

MANK: I DETTAGLI DEL FILM

Mank è il biopic di Herman Mankiewicz, giornalista divenuto sceneggiatore noto per aver collaborato con Orson Welles in Quarto Potere ma anche per aver lavorato a film come Il Mago di OzL’idolo delle folle e Gli uomini preferiscono le bionde. Gary Oldman vestirà i panni di Herman Mankiewicz, Lily Collins sarà la segretaria Rita Alexander, Amanda Seyfried vestirà i panni dell’attrice Marion Davies mentre Tuppence Middleton sarà Sara Mankiewicz, moglie del protagonista.

Fincher sviluppò per la prima volta la storia del film nel 1997, su una sceneggiatura di suo padre Jack Fincher, a sua volta giornalista (e morto nel 2003). Alla produzione vi saranno Cean Chaffin e Doug Urbanski.

È dal 2014 (Gone Girl) che Fincher non dirige una pellicola. Nel frattempo però ha lavorato a serie come Mindhunter Love, Death & Robots, entrambe per Netflix.

Cosa ne pensate di questi nuovi materiali e quanto attendete l’arrivo in streaming di Mank, il nuovo film diretto da David Fincher? Potete dircelo nello spazio dei commenti qua sotto all’articolo.

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