Maccio Capatonda arriva a Giffoni Experience 2018 a 5 mesi dalla fine della serie tv Sky The Generi. Ecco il resoconto della conferenza stampa dell’autore comico abruzzese classe 1978 lanciato dalla Gialappa’s Band e regista dei due lungometraggi Italiano Medio (2015) e Omicidio All’Italiana (2017). Ecco il resoconto della conferenza stampa.

Com’è il ritorno a Giffoni?
L’ho trovato cresciuto. Non solo di volume ma soprattutto nel calore nei ragazzi. È la terza volta che vengo e ci tornerò almeno altre 62 volte in più.

The Generi vede una citazione di Trainspotting con le serie tv al posto della droga. Omaggio vero o nascosto?
La mia generazione è drogata di comunità che ci tiene schiavi del divano a fruire contenuti audiovisivi. La vita la scegliamo attraverso serie e film. Se ci succede qualcosa di vero nella vita andiamo fuori di matto. Io sono proprio una vittima di questa tendenza.

Lavorerai mai nel fumetto?
È sfumato un progetto di graphic novel ma ne sta partendo un altro. La graphic novel può essere anche inventata da zero e non riferirsi a miei precedenti lavori. Ma se mi chiedono di fare un film… tra film e fumetto… io scelgo sempre il film.

Il tuo successo è arrivato con Mai dire… della Gialappa’s Band. Torneresti a lavorare con loro?
Assolutamente sì. In teoria dovremmo partecipare nuovamente a un programma della Gialappa sia io che Herbert Ballerina. Lo dovevamo fare in primavera ma dovremmo tornare a ottobre. Si tratterà di piccole clip per Mediaset. Con loro la mia comicità è nata e con loro la mia comicità è addirittura migliorata.

Come rispondi a chi ti definisce demenziale in senso negativo?
Demenziale per me è un complimento. Lo ritengo un filone serio quello del cinema demenziale. Possono passare anche contenuti importanti.

Prossimo progetto cinematografico?
Mi è stato chiesto da Marco Belardi della Leone Film Group un nuovo soggetto ma al momento sono più orientato per una serie tv. Sto scrivendo. Probabilmente sarà tv e non cinema.

The Generi è su Sky. Ti trovi bene?
Sono contento e onorato di avere la mia serie su Sky. Fanno contenuti validi. Quando ho visto la mia serie su Sky Atlantic ho pensato quasi che non fossi all’altezza.

Come nascono i tuoi personaggi?
Nella migliore delle ipotesi nascono spontaneamente. Poi bisogna strutturare questa intuizione in qualcosa che possa essere comunicabile. O nascono quando non ci sto pensando oppure al contrario quando sono messo sotto pressione al punto da dover creare qualcosa per forza.

Preferisci la critica sociale all’italiano medio del tuo lungo d’esordio o quella alla tv di Omicidio All’Italiana?
Sono legato a entrambe le cose e quindi sono situazioni personali. Italiano Medio l’ho scritto perché oscillavo letteralmente tra impegno sociale e menefreghismo. La critica alla tv del dolore mi ha sempre interessato. Il linguaggio dei media l’ho sempre parodizzato.

Ti occuperai di formati brevi o passerai definitivamente a formati più tradizionali?

Il formato di The Generi, ovvero 25-35 minuti, ed è l’ideale per una serie comica. Potrei passare in futuro a una serie antologica. Potrei fare qualcosa di più simile a Black Mirror. Non ho attualmente voglia di fare satira politica  perché non capisco il rapporto tra politica e realtà. Tutto quello che va in tv di politico è meno bello delle serie tv per me. Preferirei che non ci fosse il sistema elettorale ma solo qualcuno di competente che avesse il compito di governare il paese. Il sistema elettorale privilegia i venditori. Perché devo essere governato da un venditore? Preferisco essere governato da uno che sa governare.

Quanto c’è di te nei tuoi personaggi?
Tutto quello che fanno i miei personaggi deriva da me. Le ispirazioni possono essere molto varie. Da un programma che ho visto a un parente o una persona che conosco. Anche Marcello Macchia è un personaggio, solo che lui lo porto avanti da 40 anni.

Spike Jonze e Gondry sono stati degli ispiratori?
Anche Chris Cunningham. Lavorando in Filmmaster non facevo altro che vedere showreel degli spot e/o video di Jonze, Cunnigham e Gondry. Sono un grande fan. Mi hanno ispirato. Ci metto anche Ciprì e Maresco. Facevano parte di quel gruppo di registi innovativi di quegli anni lì della mia formazione: fine ’90 primi anni del 2000. Mi ha aiutato anche Ospiti e Terra Di Mezzo di Garrone.

La musica ti influenza?
La musica è più legata la montaggio. Mi suggestiona molto. Ascolto musica elettronica ma di base sono pinkfloydiano.

Che significato ha la tua crescita a Chieti?
Anche a Chieti arriva la televisione. Potevo usufruire di un contatto con il prodotto audiovisivo anche s vivevo nella città più tranquilla d’Italia, la cosiddetta città della camomilla perché non succede mai niente. Il trasferimento a Milano mi ha aiutato molto. È utile trasferirsi, viaggiare e vedere le cose da un altro punto di vista. Comunque vi ricordo che anche a Chieti si vede canale 5.

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