Qualche anno fa alla domanda: “Come mai non siete ancora attivi con il video on demand in Italia?” un executive di Warner Italia mi rispose con molta semplicità che è inutile che Warner si butti da sola nel video on demand, perchè gli spettatori o utenti non sanno quali film siano Warner e quali Universal e dunque quel che percepirebbero sarebbe solo un servizio incompleto, occorre scendere tutti insieme su un terreno comune. Quel terreno anni dopo si è rivelato essere, in maniera abbastanza prevedibile, iTunes Italia.

Quella massima molto intelligente sembra ad oggi completamente disattesa da tutte le principali case di produzione statunitensi che, nel passaggio allo streaming su pc (e ancora per pochi su tv) si stanno muovendo separatamente e senza un piano intellegibile anche agli utenti più interessati ai loro movimenti, il che significa totalmente incomprensibile agli occhi dello spettatore comune. Universal, Warner, 20th Century Fox, Lionsgate, Weinstein Company e via dicendo stanno siglando accordi più o meno importanti che impegnano parti diverse dei propri cataloghi con servizi diversi. E se iTunes cerca di essere il bacino più ampio cui attingere, vari competitor stanno a modo loro offrendo “pezzi” di cataloghi.

Ad esempio sono stati aggiunti ora al grande catino organizzato da Amazon sulla sua piattaforma Prime (ancora non aperta all’Italia) i film e le serie tv 20th Century Fox, un’aggiunta che consente alla società di arrivare a poter proporre 11.000 titoli, tra film e serie tv, in streaming. Si tratta di produzioni non di stretta attualità con qualche rara incursione nei classici, ma comunque prodotti noti, da L’ultimo dei Mohicani a Eva contro Eva, da Mrs. Doubtfire a Butch Cassidy, fino a serie come Ally McBeal, 24, X-Files e Buffy l’ammazzavampiri.

Questo di Amazon è solo l’ultimo di una serie di passi simili che abbiamo visto compiere a studios rivali su Facebook, Xbox Live o altre piattaforme, e che risponde ad un’idea molto solitaria di vendita.

Ancora più interessante però è la mossa della Dreamworks che ha deciso di puntare così tanto sulla rete da prendere una decisione storica. Dal 2013 infatti i diritti in esclusiva per i primi passaggi televisivi dei suoi prodotti non rimarranno al canale HBO ma andranno ad una compagnia della rete, Netflix, che si occuperà del broadcast sulle diverse piattaforme. Insomma l’esclusiva non è più a un canale televisivo ma a una compagnia che opera online. Il mezzo finale rimane sempre lo schermo della tv ma cambia la tecnologia che trasmette il segnale e soprattutto cambia la geografia del potere ad Hollywood.

Internet passa da essere il futuro della visione domestica a essere il presente.