Mentre Luca Guadagnino è al lavoro su un nuovo adattamento del romanzo del 1955 Il signore delle mosche di William Golding, la New Regency (casa di produzione di Revenant e 12 anni schiavo) ha opzionato i diritti di una storia definita “la storia vera del Signore delle mosche”, battendo studios come Netflix, MGM, Anonymous Content e Working Title.

Tutto nasce da un articolo pubblicato dal Guardian a inizio maggio: si trattava dell’anteprima del nuovo libro dello storico e romanziere Rutger Bregman, intitolato Humankind. Il libro racconta la vera storia di come nel 1965 sei giovani studenti di un collegio delle Tonga, annoiati, decisero di rubare un peschereccio e imbarcarsi in un’avventura. Una tempesta distrusse l’imbarcazione e dopo otto giorni i ragazzi naufragarono su un’isola remota e disabitata. Insieme superarono tantissime avversità, soprattutto grazie al lavoro di squadra, l’ingenuità e la determinazione, e al contrario del romanzo di William Golding la loro vicenda enfatizza valori di solidarietà, lealtà e amicizia. Mangiando pesce, noci di cocco e uccelli, sopravvissero sull’isola per 15 mesi, per poi essere soccorsi da un marinaio australiano che vide dei fuochi sull’isola.

Il resoconto di Bregman parte dal marinaio australiano (che a sua volta ha una storia personale molto particolare), che ha mantenuto un rapporto di amicizia con i naufraghi.

Nelle ultime ore l’autore ha svelato alcuni dettagli sulla decisione di realizzare un film:

Notizia! La vera storia del Signore delle mosche diventerà un film! Le ultime due settimane sono state assurde. Un mucchio di studios di Hollywood improvvisamente hanno voluto i diritti della storia di Sione, Luke, Mano, Tevita, Fatai e Kolo, gli adolescenti delle Tonga che sono sopravvissuti per 15 mesi su un’isola disabitata nel 1965-1966.

Ho intervistato Mano, Sione e Peter Warner (il capitano che li salvò) per il mio nuovo libro Humankind. Due settimane fa, il Guardian ha pubblicato un estratto, e il pezzo è diventato virale (mi dicono 8 milioni di visualizzazioni ad oggi).

Molti studios mi hanno contattato per chiedermi di vendere loro i diritti della storia, ma non è la mia storia ovviamente. Le persone nelle Tonga la raccontano ai loro figli da generazioni.

Problema: non avevo i contatti di Luke, Tevita, Fatai e Kolo. Fortunatamente, con l’aiuto delle loro splendide famiglie, siamo riusciti a contattarli tutti nel giro di un paio di giorni.

Sione e Luke in California, Mano e Peter in Australia e Tevita in Nuova Zelanda. Stephen e Kolo purtroppo non sono più con noi.

Siamo d’accordo di collaborare insieme e condividere tutto (io donerò la mia porzione in beneficenza alle Tonga). Abbiamo valutato tutte le proposte e abbiamo deciso insieme, in maniera unanime.

Questo è successo durante una riunione Zoom in quattro fusi orari diversi che è iniziata con un breve discorso di Peter, 89 anni, che ha enfatizzato quanto questa sia una delle decisioni più importanti della nostra vita.

È finita con una preghiera delle Tonga recitata da Sione che, nel 1965, promise a dio che sarebbe diventato un Pastore se fosse sopravvissuto, e che ha mantenuto la promessa. Non dimenticherò mai quel momento.

E così eccoci qui. Finalmente, dopo 50 anni, i sopravvissuti si sono reincontrati e il mondo sentirà la loro storia. La New Regency ci ha promesso che farà di tutto per rispettare l’autenticità culturale e lavorerà il più possibile con troupe locali.

Sione, Luke, Mano, Tevita e Peter verranno coinvolti come consulenti, e la New Regency assumerà altri consulenti delle Tonga.

Sono grato e onorato di aver avuto un ruolo in tutto questo. Pensiamo che la New Regency – autori di 12 anni schiavo e Revenant – possano fare un film indimenticabile. E non vediamo l’ora di incontrarci sul red carpet!

Ed ecco l’isola dove rimasero i ragazzi:

 

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