Scusate il paradosso, ma la domanda “L’Uomo Invisibile tornerà a farsi vedere con un sequel?” è quantomai appropriata.

Anche se in Italia, per colpa della chiusura dei cinema dovuta all’emergenza sanitaria del nuovo Coronavirus, abbiamo potuto vederlo solo in Pvod, L’Uomo Invisibile, l’horror della Universal prodotto dalla Blumhouse, a livello globale si è comunque dimostrato un successo. In pratica ha fatto quello che né Dracula Untold e né La Mummia (che doveva addirittura inaugurare un franchise) sono riusciti a fare.

Con un budget di soli 7 milioni di dollari (escluse P&A) e quasi 123 milioni di dollari, L’Uomo Invisibile ha sostanzialmente posto le fondamenta per il nuovo universo dei Mostri Classici della Universal, un franchise che però sarà composto principalmente da pellicole a sé stanti e non da storie che andranno a interconnettersi in una qualche maniera.

Cosa che comunque non impedisce a tutti noi di porci la più ovvia delle domande, quella sul sequel citata nell’esordio di questo articolo.

E di un Uomo Invisibile 2 hanno discusso il regista Leigh Whannell e il produttore Jason Blum in una chiacchierata fatta con Comicbook a margine dell’arrivo in home video del lungometraggio.

Leigh Whannell: ti dirò questo – una cosa che peraltro Jason sa bene di me – ovvero che quando faccio un film non penso mai a dei sequel perché è già così difficile farne uno che sia fatto bene e mettermi a pensare addirittura a cosa potrebbe nascere da un film mi sembra un compito impossibile. E mi rendo conto che ho lavorato a roba che ha avuto un sacco di sequel, da Saw passando a Insidious tanto che uno spettatore potrebbe essere naturalmente portato a pensare che lavoro in termini di franchise ma non è così. E anche in questo caso non so nulla a eccezione del fatto che è Jason a sapere dovre andrà a parare.

Jason Blum: il mio approccio verso i sequel si basa in realtà tutto sul primo film e sul suggerire ai filmmaker l’esatto opposto di quello che ci stai consigliando in materia di serializzazione. Fai un gran bel film e non stare a preoccuparti di chi muore, cosa succede e che mitologia impostare. Fare un film è un’attività già alquanto difficile anche senza il dover stare a pensare a dove e come possa continuare. Se sei così fortunato da avere un film che si rivela un successo al box office e il filmmaker originale vuole ampliare la storia, beh, chiaramente non sono un ingenuo e so che se fai un capitolo due è probabilissimo che finirai per averne anche un terzo. Ma quando ne stai facendo uno, non stai necessariamente pensando anche al secondo. È dal secondo film che comincio a chiedere al filmmaker di cominciare a pensare di più all’universo narrativo. Ma quando lavoriamo al primo, non faccio incoraggiamenti in tale direzione.

Insomma, pare alquanto evidente che L’Uomo Invisibile potrà anche essere stato concepito come pellicola a sé, ma se Leigh Whannell deciderà di mettersi al lavoro su un sequel Jason Blum non avrebbe nulla su cui obbiettare.

Questa la la sinossi del film che è arrivato in digitale:

Cecilia scappa nel cuore della notte e scompare, vivendo nascosta con l’aiuto della sorella (Harriet Dyer), un loro amico d’infanzia (Aldis Hodge) e la sua figlia adolescente (Storm Reid). Ma quando il violento ex di Cecilia muore lasciandole una ingente fetta della sua vasta fortuna, lei comincia a sospettare che la sua morte sia solo una messa in scena. Mentre una serie di misteriose coincidenze diventano letali minacciando le vite delle persone che ama, la sanità mentale di Cecilia comincia a vacillare mentre cerca disperatamente di provare di essere minacciata da qualcuno che nessuno può vedere.

Cosa ne pensate? Vi piacerebbe vedere un sequel dell’Uomo Invisibile? Ditecelo nei commenti!

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