In occasione di una retrospettiva organizzata da Landmark Theater, Alejandro González Iñárritu e il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki hanno parlato degli aspetti più intriganti legati alla produzione di Birdman (o Le Imprevedibili Virtù dell’Ignoranza).

I due, nello specifico, hanno parlato delle motivazioni dietro la decisione di optare per un piano sequenza unico (spezzato esclusivamente nel caso della cometa e delle meduse) e dell’ambiguo finale che ha diviso critica e spettatori.

Vi proponiamo le loro dichiarazioni, grazie a Collider, qui di seguito.

 

jellyfish

 

Sul piano sequenza unico:

IÑÁRRITU: Ho avuto l’idea del piano sequenza non appena mi sono reso conto che il film parlava di ego. Sapevo che andava narrato da una prospettiva precisa, che doveva essere particolarmente soggettivo. Non limitandosi ad osservare il personaggio ma guardando attraverso la sua mente. Per capire e osservare davvero, ma soprattutto per sentire, dovevamo essere dentro di lui e il piano sequenza era l’unica soluzione.

LUBEZKI: In tutta onestà, ero molto preoccupato. Non ero sicuro che potessi riuscirci. Capivo l’importanza di farlo per esprimere al meglio le emozioni del personaggio, per far immergere il pubblico e così via. Ma sapevo che sarebbe stata dura. Ci vuole una persona perdutamente folle come Alejandro per coinvolgere una troupe intera… No, no. Lui è un pazzo, un irresponsabile, ma è quello che rende un artista tale. Ricordo che per molti giorni sono andato da Alejandro per chiedergli di tagliare qualcosa: ‘Ti prego, perchè vuoi fare tutta questa roba?’. C’era bisogno di qualcuno dotato di grande coraggio, forza e curiosità per dirigere un’intera troupe, degli attori e una produzione in quel mondo. E’ stata una scelta coraggiosa…e irresponsabile.

IÑÁRRITU: Nella vita siamo intrappolati in un continuum temporale. Va tutto in una sola direzione. Ecco perchè invecchiamo e moriamo, perchè non possiamo tornare a essere giovani o indietro nel tempo di 200 anni. La finzione, i film e ogni forma d’arte in un certo senso rappresentano un modo per evadere dalla nostra esistenza dimensionale nel tempo. E’ per questo che ci piacciono tanto. Immaginiamo realtà diverse perchè non possiamo fuggire dalle nostre. Il piano sequenza ha un impatto emotivo diverso. Vivi un’esperienza simile alla tua vita.

 

Sulle immagini della cometa che spezzano il piano sequenza:

IÑÁRRITU: E’ stata un’idea che mi è venuta durante le riprese. Succede sempre così: progetti per anni un’idea, e te ne vengono altre quando metti in pratica la prima. Quando un concetto inizia a prendere forma e si fa strada nell’esistenza, comincia ad attrarre elementi che non ti aspetti. Il film avevamo bisogno di un qualcosa che implicasse…qualcosa. Che cosa, non lo so. Si trattava di uno di quei pensieri inconsci, avevo visto delle comete e a un tratto cominciai a comprendere qualcosa che provavo ma che non riuscivo a esprimere in forma scritta. Quando ho visto quella cometa mi sono reso conto che si trattava di un mio espediente per spiegare, senza davvero spiegarla, la condizione mentale di Riggan – un uomo mosso dal furore, ispirato, convinto di essere un supereroe volante, convinto di essere una stella. Ma la cosa per me più interessante è stata la creazione della scena delle meduse morte – ecco chi è davvero il protagonista: è un uomo che per ore si sente come una cometa in fiamme e trenta minuti dopo è una medusa stecchita.

LUBEZKI: Ricordo quando Alejandro ha scovato l’immagine della cometa. Stavamo pensando a un modo per integrarla nel film. Aveva senso spezzare il piano sequenza? Alla fine abbiamo deciso di sì, era meglio fare dei tagli piuttosto che pavoneggiarsi con un piano sequenza olimpico.

 

Sul cinema di oggi:

IÑÁRRITU: Siamo troppo abituati a essere trascinati in posti di ogni genere. Vediamo la guerra e la gente morire mentre siamo seduti comodi con uno schermo che ci separa dalla finzione. Il cinema si sta adagiando su un modo molto artificiale di intrattenere il pubblico. Abbiamo smesso di esplorare nuove possibilità…perchè nessuno presta davvero attenzione. Tutto ruota attorno alla storia o a un intreccio, al fattore intrattenimento. Quando si legge di critici che parlano di grammatica visiva, questi non hanno la minima idea di cosa significhi.

 

Sul finale:

LUBEZKI: Adoro l’ambiguità delle immagini nei lavori fdi Alejandro. E’ buffo perchè in America la gente si arrabbia. Perchè non esiste una spiegazione? Che significato ha il finale? Non avete idea di quanta gente mi chiede se alla fine lui muore o no. Io adoro queste immagini così poetiche. E’ un approccio verso un modo di narrare che ti tocca, ti emoziona, e ciò è molto più importante di qualcosa di didascalico o di espositivo.

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Diretto da Alejandro González IñárrituBirdman (o Le Imprevedibili Virtù dell’Ignoranza) è uscito nelle sale italiane il 5 febbraio 2015.

TRAMA – Birdman (o Le Imprevedibili Virtù dell’Ignoranza) è una black comedy ambientata a New York che racconta la storia di un attore in declino (Michael Keaton) – famoso per aver in passato interpretato un mitico supereroe – alle prese con le difficoltà e gli imprevisti della messa in scena di uno spettacolo a Broadway che dovrebbe rilanciarne il successo. Nei giorni che precedono la sera della prima, deve fare i conti con un ego irriducibile e gli sforzi per salvare la sua famiglia, la carriera e se stesso. Adattato da un racconto di Raymond Carver.

Del cast fanno parte Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton e Naomi Watts.