Olivia de Havilland è morta: una delle ultime grandi dive della Golden Age di Hollywood si è spenta ieri sera a Parigi a 104 anni.

Nata nel 1916 a Tokyo, in Giappone, ha contribuito a scrivere oltre un secolo di storia del cinema arrivando a riempire i titoli dei giornali anche in tempi recenti, per via di una causa (persa) intentata per la serie tv Feud.

A confermare la sua morte a Variety il suo ex avvocato Suzelle M. Smith:

Ieri sera, il mondo ha perso un tesoro internazionale e io ho perso una cara amica e un’amatissima cliente. È morta in pace a Parigi.

 

 

La ricordiamo con il tributo che pubblicammo quattro anni fa, per i suoi cent’anni:

Ha recitato in classici come La Leggenda di Robin Hood (1938), Via Col Vento (1939), Gli Avventurieri (1939), La Porta d’Oro (1941), A Ciascuno Il Suo Destino (1946), La Fossa Dei Serpenti (1948), L’Ereditiera (1949) e il serial tv Love Boat nei panni della Zia del Capitano Stubing.

Ha vinto due Oscar (su cinque candidature), due Golden Globe e una Coppa Volpi alla Mostra di Venezia.

Se avete amato Ave, Cesare! dei Fratelli Coen sappiate che la nostra Olivia quella cosa chiamata Golden Age di Hollywood l’ha vissuta sul serio e contribuito a creare con un mega contrattone da sette anni dentro la Warner Bros in grado di trasformarla, giovanissima, in star ma che gestì la sua immagine, e vita, nei minimi particolari portandola quasi verso la depressione. E facendola pure incavolare di brutto. Fu il perenne love interest di Errol Flynn (insieme in otto film) con il quale ebbe, necessariamente, una quasi love story senza particolare pepe o passione (torna alla mente l’uscita romantica organizzata dallo studio system tra Hobie Doyle e Carlotta Valdez in Ave, Cesare!).

Ce la ricordiamo ovviamente per la sua dolcissima Melania di Via Col Vento. Non un personaggio buonista ma buono. C’è una bella differenza. Ma l’esplosione definitiva in termini artistici arriva con A Ciascuno Il Suo Destino (1946) dove è una madre che attraversa con fierezza e intelligenza il tempo, le acconciature, le mode, i drammi di una vita intera, seguendo a distanza un figlio che non la conosce come la Ramazzotti del finale de La Pazza Gioia.

È il ruolo che la libera da tutte le frustrazioni del periodo Warner, conclusosi addirittura in tribunale per farvi capire quanto la De Havilland non sopportasse più le prepotenze dello studio system.

Da A Ciascuno Il Suo Destino parte la seconda parte della sua carriera, quella più matura dove la ragazza nata 100 anni fa a Tokyo da genitori inglesi può finalmente essere anche più complessa, per non dire perfida, rispetto alla perenne fidanzatina d’America, e di Errol Flynn, dell’inizio di carriera.

L’ultima grande prova? Piano… piano, dolce Carlotta (1964) di Robert Aldrich dove Bette Davis fa la matta e l’amicona Olivia fa invece la composta. Eppure… è di lei che hai più paura.

Classifiche consigliate