Arriva una prima sentenza del tribunale in Sud Africa sul caso di Olivia Jackson, la controfigura di Milla Jovovich in Resident Evil: The Final Chapter che ha fatto causa ai produttori del film dopo una grave ferita sul set nel 2015.

Prima di scoprire le ultime novità, un passo indietro. Gli ultimi aggiornamenti risalgono a novembre, quando la Jackson ha deciso di ritirare le accuse in seguito alla richiesta di archiviazione del caso da parte dei legali del regista Paul W.S. Anderson e del suo collega e produttore Jeremy Bolt.

La difesa sosteneva che l’ingaggio e la copertura assicurativa della donna erano stati gestiti da una società sudafricana, la Davis Films, molto attiva nel settore del cinema e della televisione, che pertanto andava ritenuta la sola responsabile.

La donna aveva ritirato le accuse e aveva così deciso di spostare la causa in Sud Africa. Come riportato da Variety, la sentenza del tribunale ha stabilito che si è trattato di un incidente causato dalla negligenza della compagnia, dando il via libera al processo. Ha inoltre respinto le accuse della difesa che incolpavano la Jackson stessa per la guida del motociclo.

Ricordiamo che la stuntwoman rimase ferita sul set del film a causa di un incidente che finì per costarle un braccio e la carriera. La donna si era detta “abbandonata” dopo quell’esperienza e aveva ammesso di non aver ricevuto un adeguato compenso.

L’acrobata avrebbe dovuto girare la scena di un combattimento il giorno dell’incidente, ma tutto a un tratto la produzione decise di girare una complessa acrobazia a cavallo di una moto. La cinepresa verso cui avrebbe dovuto correre a tutta velocità non fu sollevata in tempo, causando un violento schianto. Jackson dovette restare in coma indotto per diverso tempo per permettere ai dottori di intervenire chirurgicamente e salvarle così la vita.

Dopo la sentenza, vi terremo aggiornati su tutte le novità del caso Resident Evil.

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