Forse qualcuno ricorderà che nel 2015 fu annunciata l’intenzione di realizzare “George A. Romero Presents Road of the Dead“, un nuovo film di zombie scritto dallo stesso Romero insieme al suo collaboratore Matt Birman (che avrebbe anche dovuto dirigere). Il progetto doveva fungere da sequel agli ultimi film di Romero approdati al cinema, l’ultimo La terra dei morti viventi è arrivato nei cinema nel 2005.

La storia del lungometraggio si sarebbe dovuta svolgere su un’isola dove dei prigionieri zombie gareggiavano tra loro con delle auto da corsa in una sorta di moderno Colosseo per intrattenere persone facoltose.

Ora lo stesso Birman parlando in una lunga intervista con Bloody-Disgusting.com ha parlato della produzione del film e del perché non ha ancora visto la luce del sole:

Il progetto ha suscitato un sacco di interesse tra il 2015 e il 2016. Scegliemmo un paio di fantastici produttori che pensavano si potesse realizzare con 2-3 milioni di dollari. E poi [George] si ammalò e abbiamo mesto il progetto in pausa.

Come sappiamo il regista è poi deceduto poco tempo dopo, nel 2017, e del lungometraggio non abbiamo saputo più nulla. Birman tuttavia ha dichiarato che in qualche modo intende portare a termine questo loro progetto:

Ho ricevuto un sacco di sostegno da un gruppo di persone, ma è andato tutto a puttane. Tranne Greg! Greg Nicotero è stato con me fino alla fine. Mi ha detto “Puoi utilizzare il mio nome se aiuta”. Vedremo cosa succederà. Ho avuto un paio di incontri molto buoni a dicembre e a gennaio, ma poi il COVID ha fermato tutto.

Ce la farò. Avrà soltanto un titolo diverso e sarà presentato come il film che non mi è stato permesso di realizzare. [..] Alla fine verrà realizzato, che si tratti di un film da 4 milioni di dollari o uno da 1 milione di dollari. Che abbia una star o nessuna. Per me sarà sempre una continuazione della sua eredità, semplicemente non verrà reclamizzato come tale [..]. Infine i fan dovrebbero sapere che ora si intitola ‘Wolfe Island’, solo perché avevo fatto una promessa di sangue con George, che non avrei mai fatto un “…of the Dead” senza di lui. Mi manca terribilmente.

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