Si tratta dell’adattamento del racconto breve di Albert Camus, una storia di sopravvivenza nella quale Mortensen interpreta uno schivo insegnante che aiuta un uomo accusato di omicidio facendolo fuggire nelle montagne durante la Guerra in Algeria. Tra le particolarità del film, la colonna sonora, che è stata composta da Nick Cave e Warren Ellis (già collaboratori in pellicole come The Road e L’Assassinio di Jesse James).
Questa la sinossi ufficiale:
1954. Nel cuore di un freddo inverno scoppia la guerra civile in un remoto villaggio algerino. Due uomini sono costretti a fuggire sulle creste della catena montuosa Atlas. Daru (Viggo Mortensen) insegnante solitario, scorta Mohamed, un dissidente accusato di omicidio inseguito dalle autorità. Durante quest’avventura tra i due si sviluppa un legame molto profondo: insieme decidono di ribellarsi e combattere per la loro libertà.
Da quando ho letto per la prima volta L’hôte, il racconto di Camus, ho immaginato un western. Un western non convenzionale, in realtà, immerso nella storia europea, sullo sfondo delle alture nordafricane, ma pur sempre un western: fedele ai codici del genere, con colonizzatori e colonizzati, un prigioniero da scortare in una spirale di violenza. La collisione tra due sistemi di legge è al centro del racconto e dei suoi personaggi. Siamo testimoni di due culture e due morali costrette dalla storia a convivere. Sognavo di impiegare Viggo Mortensen perché la sua singolarità lo rende perfetto per il ruolo. Reda Kateb, misterioso, opaco e concreto, era la perfetta controparte. Il deserto è il terzo personaggio della storia. Nell’abbagliante luce nordafricana, è stato un compagno per il film, bello ma imprevedibile.
Ecco, infine, alcune foto ufficiali.
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