È cosa nota: Peter Jackson ha diretto la trilogia dello Hobbit sostituendo Guillermo del Toro, che aveva lavorato alla saga per anni per poi abbandonare il progetto esasperato dai continui ritardi al via libera da parte della MGM e della New Line Cinema. Quando il via libera è arrivato, a riprese già quasi ultimate il film è stato cambiato nuovamente, diventando una trilogia.

I tre film hanno incassato quasi tre miliardi di dollari nei cinema di tutto il mondo, hanno raccolto moltissimi consensi ma, in particolare l’ultimo film, anche molti detrattori. In generale la trilogia dello Hobbit ha una considerazione, sia dalla critica che da parte del pubblico, ben diversa rispetto all’acclamata trilogia del Signore degli Anelli.

È passato ormai un anno dall’uscita dell’ultimo di questi film, La Battaglia delle Cinque Armate, e da pochissimo è disponibile l’edizione estesa in home video, ricchissima come sempre di contenuti speciali e approfondimenti sulla genesi e la realizzazione del progetto. Proprio nei numerosi documentari presenti in quest’ultima edizione estesa vengono sottolineate le difficoltà che la produzione ha dovuto affrontare per portare a termine questo progetto titanico nei tempi e nelle modalità stabilite.

Per riuscire a rispettare i tempi di inizio delle riprese del blockbuster (un’unica sessione di riprese lunga un anno, più una sessione aggiuntiva per girare nuove scene per il terzo film quando è stato deciso di realizzare una trilogia), Jackson ha dovuto realizzare la pre-produzione in un paio di mesi:

Del Toro aveva lasciato, e io avevo accettato di sostituirlo, ma non potevamo tornare indietro di un anno e mezzo. Non ho avuto l’anno e mezzo di tempo che ha avuto lui per la pre-produzione: il design, la progettazione delle sequenze. E io avevo idee completamente diverse dalle sue per Lo Hobbit. Era impossibile, e il risultato è stato che ho iniziato le riprese senza aver progettato la maggior parte della trilogia.

Una impresa impossibile per la quale Jackson ha rischiato anche grosso in termini di salute: ricordiamo tutti quando, a causa di un’ulcera perforata del regista, l’inizio delle riprese è stato rinviato. A sua volta, l’uscita della Battaglia delle Cinque Armate è stata rinviata di cinque mesi (dall’estate 2014 al Natale 2014) a causa di ritardi nella produzione, ma questo non ha reso comunque le cose più facili al regista:

Vai sul set e ti senti inadeguato, devi dirare delle sequenze enormemente complicate senza avere storyboard, e te li fai fare nelle pause qua e là. […] Ho passato buona parte della realizzazione dello Hobbit sentendo di non essere realmente alla guida di ciò che stava succedendo […] Persino dal punto di vista della sceneggiatura, gli script non ci soddisfacevano ancora quando abbiamo iniziato a girare, il che aumentava la pressione enormemente.

La stessa Battaglia delle Cinque Armate è stata costellata da complicazioni:

Ci vennero dati due mesi aggiuntivi nel 2012 per girare la Battaglia delle Cinque Armate. Si avvicinava quel periodo, e io finii per dire ai produttori e ai responsabili dello studio: “Siccome non ho idea di cosa stia facendo ora, visto che non ho storyboard né preproduzione, perché non ci limitiamo semplicemente a finire prima?”. Così ho avuto più tempo a disposizione per chiarirmi le idee, avere un po’ di calma per avere ispirazione, e iniziare davvero a mettere insieme il film.

Una situazione drammatica che senza dubbio ha avuto i suoi riflessi sullo schermo, o per lo meno fornisce una nuova prospettiva sulle responsabilità che si è preso Peter Jackson nei confronti del progetto: ricordiamo che una produzione come quella dello Hobbit, che ha ricevuto anche sgravi fiscali da parte del governo della Nuova Zelanda, ha dato lavoro a moltissime persone per diversi anni e ha avuto un impatto economico non indifferente sulla regione.

Potete vedere nel video sottostante una raccolta di diversi interventi di Jackson e dei suoi collaboratori presenti nei contenuti speciali dell’Edizione Estesa, riguardanti questa particolare situazione. È decisamente inconsueto che un regista ammetta queste difficoltà negli stessi contenuti speciali dell’edizione home video del suo film, soprattutto quando parliamo di un blockbuster di queste proporzioni:

 

https://www.youtube.com/watch?v=SQkygZdZ_Vk

 

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