Phil Lord e Chris Miller, le menti dietro Spider-Man: Across the Spider-Verse, lavorano contro le aspettative e contro la banalità. Sono due tra i creativi della nuova generazioni considerati più brillanti. Eppure il loro stile di regia, improntato al provare e riprovare, non sempre è andato a genio agli studios. L’unico loro film che pareva un successo economico assicurato, ovvero Solo: A Star Wars Story, è stato un percorso accidentato. Furono allontanati dalla regia a lavorazione inoltrata. Le voci su questa decisione furono della peggior specie: caos sul set, attori in completo sbando. Eppure vedendo il film d’animazione sulle “Ragno Persone” da loro prodotto, ci si chiede come sarebbe potuta essere la loro versione. Oggi infatti il duo è al centro del mondo dell’animazione come chi sta, di film in film, spostando in là la barra.

Phil Lord e Chris Miller danno il meglio quando lavorano contro le aspettative. “…In realtà era bello” è la frase che si legge di più nelle recensioni delle loro creazioni, dicono, sottolineando il vantaggio di avere spesso basse aspettative. Così non è stato per Spider-Man: Across the Spider-Verse, a cui era affidato il compito di superare il precedente Un nuovo universo già considerato una pietra miliare per l’animazione. Per farlo hanno messo in piedi una squadra formata da ben tre registi per trasporre la loro sceneggiatura: Joaquim Dos Santos, Kemp Powers e Justin K. Thompson.

Amy Pascal, che ha preso Lord e Miller sotto l’ala della Sony per Piovono Polpette, ha detto in passato che solo la data di uscita di una pellicola può fermarli dal rimaneggiarla all’infinito. A volte infatti passano settimane anche solo per trovare la versione giusta anche alla più piccola delle inquadrature, con riscritture e nuove animazioni. Un lavoraccio.

Così, per fare le cose bene, hanno potuto spostare di 8 mesi l’uscita di Across the Spider-Verse. Un privilegio concesso raramente nella Hollywood in cui le date d’uscita sono traguardi importanti e complicati da spostare. 

Come Phil Lord e Chris Miller sono diventati Lord e Miller

La coppia di registi, sceneggiatori e produttori si formò nel college Dartmouth negli bel mezzo degli anni ’90. Miller era l’autore di una striscia umoristica per il giornale della scuola che ottenne una piccola visibilità. Questa fu sufficiente perché se ne accorgesse Michael Eisner, l’allora CEO Disney, il cui figlio aveva frequentato lo stesso college di Miller. Chiamato per un colloquio alla Disney lo rimandò per prima finire gli esami. Dopo la laurea riprese in mano il discorso chiedendo di poter portare un amico…

Lord e Miller iniziarono così a lavorare creando contenuti per bambini alla Disney. Il primo impegno creativo di sostanza fu però la serie di animazione Clone High nel 2003. Poteva essere il primo e l’ultimo incarico di peso. Ci fu infatti un problema che rischiò di stroncare sul nascere la carriera. In un episodio appariva un clone di Gandhi e la sua rappresentazione provocò un’ondata di indignazione in India che diventò un caso politico contro Viacom. Lo show fu cancellato in quattro e quattr’otto. 

Da lì i due volarono per un po’ sotto i radar scrivendo alcuni episodi di How I Met Your Mother fino alla loro grande occasione.

Piovono polpette e l’arrivo in casa Sony

Piovono Polpette

Dopo un anno di lavoro, la sceneggiatura di Piovono polpette continuava a non piacere alla Sony, che gliel’aveva commissionata. Furono rimpiazzati, ma il film continuò nel suo stallo. Così, dopo anni di limbo, i due ebbero una seconda possibilità che accettarono solo a patto di poter anche dirigere. Così fu e il film ottenne un’ottima accoglienza per via del particolare umorismo molto diverso sia dai film Pixar che dai Dreamworks, ma con ugual cuore. 

Seguirono i due film di 21 Jump Street, che diedero una nuova prospettiva sull’omonima serie tv e The Lego Movie, uno dei film considerati impossibili e sbagliati già in partenza. Invece questa storia di mattoncini conquistò, ancora una volta unilateralmente, sia il pubblico che la critica portando un notevole introito di 468 milioni di dollari e generando diversi spin off. 

Questi film, insieme alla serie tv The Last Man on Earth, sono alla base di una reputazione da fenomeni della commedia. Risate insieme a uno stile originale, creativo, che garantisce anche in questo periodo di crisi del genere, un lasciapassare per i loro progetti al cinema. Proveranno a invertire la tendenza di flop delle commedie con una nuova produzione: Strays, film umoristico vietato ai minori su degli animali doppiati con molte parolacce.

In solitaria Miller ha diretto la serie murder mistery The Afterparty, ma è dal 2014 che i due non dirigono insieme. Il loro marchio di fabbrica si vede però anche dietro le quinte, nelle sceneggiature e nel loro ruolo di produttori mai passivi. Se un progetto non gli interessa, passano oltre. Ma se ha quel qualcosa di distintivo, se ci credono, nonostante quel tocco di follia che porta ad essere dato per sconfitto ancora prima di iniziare, si buttano anima e corpo. Così è nata la loro produzione diretta da Elizabeth Banks: Cocainorso.

Across the Spider-Verse per vincere sulle IA

Sull’animazione però Lord e Miller hanno dato il loro apporto più significativo. Spider-Man: Un nuovo universo aveva uno stile mai visto prima, portato all’estremo da Across the Spider-Verse. Insieme a The Lego Movie e I Mitchell contro le macchine la loro ricerca stilistica ha permesso un rinnovamento nel modo in cui concepire l’animazione. Rinunciando al fotorealismo o alla precisione dell’animazione 3D, hanno puntato sull’ibridazione di stili. 

Oggi si guarda ai loro film per spostare i confini di quello che si può fare con questo linguaggio. Con un giusto equilibrio tra commerciabilità (Across the Spider-Verse è pur sempre tratto da un’IP amatissima) e sperimentazione, indicano una via molto chiara eppure difficilissima da seguire.

Phil Lord ha spiegato perché dedicano tutta questa attenzione ossessiva ai loro progetti e perché amano rischiare. È per contribuire alla causa della creatività, per riaffermarla come centro dell’intrattenimento, contro la standardizzazione: “Uno dei morivi per cui spingiamo così forte su questi progetti è perché riteniamo importante che la gente veda quanto possono essere belle le cose quando non sono scritte da un computer”. 

Fonte: Hollywood Reporter

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