Alla fine Anicaondemand è arrivato e non somiglia a nulla di quello che ci aspettavamo.

Da anni l’Anica, cioè l’associazione di categoria che riunisce distributori e produttori italiani, sta lavorando ad una propria piattaforma legale per vedere film. Nonostante iTunes, Google Play e molti altri soggetti siano ormai attivi sul nostro territorio, l’Anica aveva deciso ugualmente di realizzare lo store definitivo, con mossa lungimirante, in modo da poter controllare l’offerta legale e avere un ruolo attivo nella forma più sensata di lotta alla pirateria. Del resto, che ci fosse una voce istituzionale nel mondo della fruizione cinematografica online sembrava ragionevole a tutti.

Sono passati anni dal primo annuncio e finalmente oggi quello che da un mese è noto che si chiama Anicaondemand è online. O quasi.

Per quanto possa sembrare assurdo, la condizione principale di tutto il progetto è venuta a decadere: Anicaondemand non è uno store del cinema italiano gestito dall’Anica.

 Come si può notare andando su www.anicaondemand.it, infatti, si viene immediatamente ridirezionati su una pagina all’interno di MyMovies, testata che da qualche anno lavora anche sul piano della visione legale di film in streaming (sia live, che ondemand su abbonamento). L’Anica ha quindi uno spazio all’interno dell’offerta MyMovies, più precisamente quello che prima si chiamava MyMovies WIDE e che costituiva la parte ondemand dell’offerta, dotata di un catalogo più o meno in linea con quello degli altri store a cui si aggiungono un numero di titoli indipendenti o distribuiti in esclusiva. Per dirlo con ancor più chiarezza: quello che prima era MyMovies WIDE ora si chiama ONDE (da anicaONDEmand), una sezione di MyMovies nella quale è possibile noleggiare a 3€ film in gran parte italiani da vedere in streaming. Tutto sotto il doppio brand Anica/MyMovies.

Non è ben chiaro quindi quali meriti siano ascrivibili a MyMovies e quali all’Anica, di certo non è quel che credevamo sarebbe stato, ovvero un soggetto che rappresentasse nella maniera più ufficiale il cinema italiano. Si stabilisce una presenza online, ma andando a stringere una concessione del proprio brand ad uno dei player già presenti nel mercato.

Anche la presenza di una categoria di ONDE dedicata ai film che sono al momento in sala ma possono essere visti legalmente in streaming (qualcosa di realmente innovativo e unico nel nostro panorama), viene dall’offerta che MyMovies già aveva messo in piedi per conto proprio e che, del resto, è fruibile anche attraverso quella parte del sito di cinema che non è in partnership con l’Anica.

Se da un lato non si può che applaudire al rafforzamento dell’offerta legale (perchè è auspicabile, oltre che logico, che la partnership tra i due soggetti metterà un buon numero di film a disposizione di ONDE) dall’altro è cocente la delusione di fronte all’evidente retromarcia dei piani dell’Anica.

Niente da dire contro l’impresa privata (anzi! In questo paese pare essere l’unica cosa in grado di salvare la fruizione cinematografica legale), ma quest’idea partiva su altri presupposti, con altre finalità e ambizioni super partes…