Non è un mistero che il film di Artemis Fowl sia molto diverso dai romanzi di Eoin Colfer, ma in un’intervista con Slash Film il regista Kenneth Branagh ha voluto spiegare il motivo dietro al cambiamento più importante, e cioè il fatto che anziché essere una via di mezzo tra un villain e un antieroe il protagonista in realtà sia un eroe molto più tradizionale:

È stata una decisione basata su una specie di interpretazione opposta di ciò che ho letto nei libri, e cioè il fatto che Eoin faccia progressivamente acquisire ad Artemis un senso di moralità. Nei libri, è una specie di cattivo dei film di James Bond di soli 11 anni. Ho pensato che per il pubblico che non conosce i libri sarebbe stata dura accettare questa cosa. E non sarebbe stato un percorso semplice da riprodurre in un solo film – ho avuto un’esperienza simile con Thor, nell’infinito modo in cui poteva essere rappresentato il supereroe. Dovevamo far sì che un numero sufficiente di spettatori tenesse per Artemis Fowl. Eoin riesce a farlo lungo tutti i libri, ma è difficilissimo fare la stessa cosa quando non c’è un contesto: lo incontriamo in un arco narrativo che sembra quello di Michael Corleone ne Il Padrino. Bisogna, in pratica, arrivare a raccontare la storia che precede l’inizio dei romanzi. Quindi la storia delle sue origini, come per Thor, era una nella quale in cui avremmo visto il personaggio più abbozzato, e in questo caso doveva essere più familiare: andare a scuola, per esempio, è un elemento affine al pubblico del nostro film. Mi interessava meno presentare la storia in modo diverso, con un protagonista che viveva una vita privilegiata. Volevo trovare il lato umano di questo personaggio prima di imbarcarci in un’avventura che sarebbe stata l’opposto di quella dei libri, ma coerente con ciò che volevo raccontare: un viaggio che avrebbe portato Artemis, alla fine, a essere pronto ad abbracciare il suo lato oscuro.

Lo vediamo quindi acquisire quelle caratteristiche, e mi è sembrato fosse il modo giusto per avvicinare il pubblico che non conosce i libri a questo contesto, un contesto che poi Eoin propone nel resto dei libri. Sperando di poter continuare a raccontare queste storie anche nei film, anche se viaggiando in un’altra direzione.

Ovviamente questo approccio ha scontentato diversi fan dei libri, abituati a un altro tipo di raffigurazione di Artemis Fowl:

Penso che siano caratteristiche che acquisisce durante il film. Il modo in cui gestisce la conversazione con il Comandante Root, quando arrivano a trattare… il modo in cui gestisce Holly Short. Semplicemente, ci arriviamo a metà del film: vediamo come acquisisce queste caratteristiche. Se le avessimo viste sin dall’inizio, sarebbe stato diverso.

Inoltre, non credo sia sensato credere di poter entrare nella testa di ciascun lettore che ha amato i libri e di poterlo accontentare con una versione “definitiva” della storia. Ognuno vive il libro in maniera diversa nella sua mente, anche se sta leggendo le stesse identiche parole. […] Alla fine, proponiamo gli stessi personaggi dei libri, ma non esattamente allo stesso modo. Inoltre io sono stato inserito in un processo di sviluppo che è durato 15 anni: queste storie sono state sviluppate da società cinematografiche per quindici anni, ognuno di loro ha cercato di dare delle risposte ad alcune delle domande che mi sono posto anche io, e chiaramente non le ha trovate. E così siamo arrivati a questa versione.

Con Thor, molti hanno detto le stesse cose riguardo al fatto che era diverso da un’ipotetica versione autentica. Abbiamo scoperto che alla fine, quando abbastanza persone apprezzano ciò che hai fatto, la conversazione si trasforma in: come andrà avanti? Bisogna pur iniziare da qualche parte.

Sono cambiamenti che, comunque, Eoin Colfer ha avallato:

Lo abbiamo incontrato all’inizio. È stato molto chiaro su una cosa di cui era convinto: doveva essere una cosa a se stante. In parte per i motivi che ho detto: era in sviluppo da tempo, aveva anche scritto una sceneggiatura per altre persone, tutte molto brave, insomma era stata dura. A questo punto mi ha detto: “Seguite il vostro istinto, e se avete delle domande fatemele”. Cosa che abbiamo fatto, di tanto in tanto.

Ha visitato il set e ha parlato con lo sceneggiatore Conor McPherson, ha letto la sceneggiatura nei vari stadi di sviluppo. A volte ci dava anche qualche consiglio. È stato un collaboratore molto discreto ma molto utile e amichevole. E ha anche un piccolo ruolo vocale nel film, ci ha fatto molto piacere coinvolgerlo.

Adattato per il grande schermo dal pluripremiato drammaturgo Conor McPherson, il film vede l’esordiente Ferdia Shaw nel ruolo di Artemis Fowl, mentre Lara McDonnell (Scrivimi ancora) interpreta il Capitano Spinella Tappo, un’elfa esuberante e piena di energia che viene rapita da Artemis, il quale chiede come riscatto l’oro delle fate.

Nella città di Cantuccio, situata nel mondo sotterraneo delle fate, la vincitrice dell’Oscar Judi Dench (007 – Skyfall) interpreta il Comandante Tubero, leader del reparto di ricognizione della LEPrecupero, il corpo di polizia delle fate, mentre Josh Gad (La Bella e la Bestia) veste i panni di Bombarda Sterro, un nano cleptomane che cerca di salvare Spinella. In superficie Nonso Anozie (Cenerentola) interpreta Leale, la guardia del corpo della famiglia Fowl, Tamara Smart (Una strega imbranata) è sua nipote Juliet, mentre Miranda Raison (Assassinio sull’Orient Express) interpreta Angeline, la madre di Artemis.

Nel cast anche Josh McGuire (Questione di tempo), Hong Chau (Downsizing – Vivere alla grande), Nikesh Patel (Attacco al potere 2), Michael Abubakar (Trust Me), Jake Davies (X+Y), Rachel Denning (Doctor Who), Matt Jessup (Dread), Simone Kirby (Alice attraverso lo specchio), Sally Messham (Allied – Un’ombra nascosta) e Adrian Scarborough (Les Misérables).

 

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