Anche per gli autori più affermati, una frenata può bastare per mettersi in discussione e riconsiderare il destino delle proprie opere. Nel 2007, dopo il flop al botteghino di Grindhouse – A prova di morte, Quentin Tarantino ha cominciato a dubitare del suo futuro nel mondo del cinema e a valutare di rendere il suo successivo progetto, Bastardi senza gloria, una miniserie.

In una intervista con Robert Rodriguez andata in onda ad agosto su El Rey Network, Tarantino ha rivelato infatti come la sceneggiatura del film (che aveva concepito ben prima) a quel tempo era troppo “grande e difficile da gestire” per un lungometraggio. Ecco la sua dichiarazione:

Dopo Jackie Brown, ho accantonato Kill Bill e ho iniziato a scrivere Bastardi senza gloria, che è diventato questo processo senza fine… la gente pensava avessi il blocco dello scrittore, quando io in realtà avevo il problema opposto. Non potevo fare a meno di scrivere: avevo una sceneggiatura di 100 pagine e nessuna fine all’orizzonte. Quindi stavo provando a tenerlo sotto controllo, ma non ci riuscivo. […] La mia idea era dunque di farlo diventare una miniserie, ed era veramente quello che avevo in programma di realizzare.

Il cineasta ha poi raccontando come, a fargli cambiare idea, sia stata una cena con Luc Besson. In quell’occasione, chiedendo al collega un parere sul progetto, ha ricevuto come risposta un laconico “Eh, non saprei…” Non potendo ignorare questo riscontro, ha deciso così di fare un altro tentativo per rendere Bastardi senza gloria un lungometraggio. Dunque possiamo essere grati al regista francese se quello che è ritenuto uno dei migliori lavori di Tarantino abbia visto la luce nel formato che tutti conosciamo, finendo per incassare oltre 320 milioni di dollari in tutto il mondo e vincere 2 premi Oscar.

Ricordiamo che recentemente Netflix ha trasformato la versione estesa di The Hateful Eight in una miniserie in 4 puntate disponibile su Netflix USA.

Fonte: Screenrant

 

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