C’è una band del passato che ha influenzato e continua a influenzare la musica terrestre. Un gruppo di jazzisti (o meglio di Jizz) che non si possono ascoltare live, ma di cui tutti hanno sentito parlare. Sono i Cantina Band, ovvero Figrin D’an and the Modal Nodes. La celebre orchestra della cantina di Mos Eisley ideata (nella realtà) da George Lucas e musicata da John Williams in Star Wars. Una delle tante idee della saga che hanno avuto un impatto sulla cultura popolare diventando uso comune nel linguaggio.

La loro forza va oltre la simpatia della scena, in cui questi eleganti musicisti simili ad aragoste aliene suonano un motivetto orecchiabile. La ragione per cui ancora oggi si guarda a quello spezzone cercando ispirazione sta proprio nel concetto alla base: inventare una musica lontana, futuribile, di un altro pianeta, che sia applicabile anche al godimento dell’orecchio umano. In un’interessante riflessione del Guardian, il giornalista musicale Stevie Pulcino riflette sull’eredità lasciata. Quei suoni continuano ad essere presi come riferimento, usati per spiegare idee ed atmosfere. 

L’ultima a farlo è stata Björk. La musicista islandese è nota per la sua capacità innovativa e per la continua ricerca di sonorità concettuali nuove mischiando l’uso della tecnologia con una atmosfera pienamente radicata nell’animo umano. Fossora, il suo decimo album in studio è ispirato alle feste fatte nelle quattro mura domestiche durante la pandemia. La cantante stessa l’ha descritto come se, dopo avere esplorato lo spazio e l’interiorità, si fosse ritornata con i piedi radicati nell’impasto primordiale, come spore, della terra. 

Per spiegare la traccia Ovule ai musicisti con cui ha collaborato Björk ha detto che la canzone suonava nella sua mente in un oscuro jazz bar finlandese che esisterà nel futuro. Aggiungendo poi che doveva suonare come la Cantina Band di Star Wars, come un jazz futuristico. 

La Cantina Band è amata dai musicisti

Prima di lei anche i Coldplay hanno citato il gruppo dei Figrin D’an and the Modal Nodes come fonte di ispirazione del loro album Music of the Spheres. Gli Animal Collettive hanno guardato all’atmosfera sonora ideata da John Williams per il loro disco Centipede Hz. Più che le sue note, quello che risuona nei lavori di questi artisti è il concetto di una musica che viene da mondi distanti, quasi antica (“tanto tempo fa in una galassia lontana lontana”) aliena eppure umana.  

Non mancano anche le numerose cover, fatte negli anni a un brano che ha superato i confini diventando un meme e un cardine della cultura popolare. 

Già nel 1977 Meco aveva creato l’album Star Wars and Other Galactic Funk: una rielaborazione in chiave disco music dei temi di Guerre Stellari. Una traccia ebbe un tale successo da finire in cima alla classifica Billboard hot 100 nell’ottobre di quell’anno. Era ovviamente intitolato: Star Wars Theme\Cantina Band.

Ash, musicista dell’Irlanda del Nord, ne ha fatto una cover rock come extra del singolo Girl From Mars. Sono numerose le versioni amatoriali che si possono trovare online, riarrangiate e ripensate secondo i vari generi musicali. 

Pensare che inizialmente John Williams stesso non aveva alcuna idea di cosa si suonasse nelle cantine dello spazio profondo. In una vecchia intervista a Film Score Monthly ha raccontato di avere discusso con Gerorge Lucas sulla musica di quella scena. Sono arrivati alla conclusione che la Cantina Band avrebbe suonato un brano simile a quello che sarebbe successo se “un alieno avesse in qualche modo scoperto uno spartito scritto nel 1930 da Benny Goodman. E come se avesse cercato di riprodurlo senza avere alcuna idea di come suonasse la musica sulla terra”. L’ha intitolata: Mad About Me.

Eppure ci siamo trovati, anni dopo, a parlare dei locali malfamati di Mos Eisley come una inesauribile fonte di ispirazione senza limiti planetari. Un ulteriore segno, se ancora ce ne fosse bisogno, del genio creativo di John Williams. La sua influenza, sottile ma imprescindibile, non accenna a tramontare e riguarda tutta la musica. 

Fonte: Guardian

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