Il regista premio Oscar ha partecipato a un’intervista mercoledì scorso per il Dodge Collage della Chapman University ad Orange, in California, collegandosi da remoto dalla sua casa in Corea:
Sono una persona, un essere umano, e mi rendo conto di quanto faccia paura guardare i crimini d’odio contro le persone americane di origine asiatica e assistere a ciò che è successo con il BLM. Perciò penso a quello che può fare l’industria del cinema in questi momenti. Creare un film richiede tempo e denaro, è una macchina grossa, quindi non può avere reazioni immediate a problemi tanto attuali.
Ha poi aggiunto:
Ironicamente, per questo motivo, i creatori e i registi possono essere più coraggiosi quando trattano questi argomenti e non dovrebbero avere paura di farne i conti. Penso ad esempio a Fa’ la cosa giusta di Spike Lee.
Bong ha spiegato che il film di Spike Lee può essere visto come un esempio del ruolo che i creatori e gli artisti possono avere per affrontare i problemi sociali:
Per me Parasite è stato un film con cui ho cercato di avere questo approccio… il film tratta dei ricchi e dei poveri della nostra società. Inizia con la domanda: “Cosa significa essere poveri e ricchi al giorno d’oggi?”. In quanto creatori e artisti, bisogna arrivare all’essenza e alle questioni centrali nella nostra società attraverso l’esperienza e cercare di rispondere a quelle domande attraverso il vostro lavoro.
Cosa ne pensate delle parole di Bong Joon-Ho?
Fonte: Deadline
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