Nel 2004, dopo La leggenda degli uomini straordinari, Sean Connery fu vicinissimo a recitare nel suo ultimo film prima di abbandonare per sempre la recitazione.

Si trattava di Josiah’s Canon, un film scritto da David Levien e Brian Koppelman e affidato a Brett Ratner, in cui Connery avrebbe dovuto interpretare un ladro di una certa età, sopravvissuto all’olocausto, che decide di radunare una squadra per derubare una banca svizzera apparentemente impenetrabile ricca di tesori rubati agli ebrei prima della Seconda guerra mondiale.

Ratner ha pubblicato un ricordo di Connery, sottolineando che l’attore, dopo aver dimostrato interesse nel progetto, rinunciò alla cifra esorbitante di 17,5 milioni di dollari:

I miei sogni si infransero, tuttavia, quando Sean mi chiamò alcune settimane dopo per dirmi che rinunciava al film per ritirarsi dalle scene e scrivere le sue memorie. Non riuscivo a credere che non stesse lasciando il nostro film per farne un altro. Adesso se n’è andato a 90 anni senza farne nessun altro. Ricordo con piacere il tempo trascorso a lavorare alla sceneggiatura, specialmente tutte le ore trascorse a leggere la sceneggiatura insieme.

Dopo il tributo di Ratner è toccato a quello dello sceneggiatura Brian Koppelman, che in un lungo post su Twitter ha raccontato un’altra versione dei fatti pur senza riferirsi al nome del film e del regista.

Uno dei migliori rapporti professionali che abbia mai avuto.

Poi arrivò il regista. C’era una scena sottomarina complessa che il regista era deciso a fare. Stabilimmo un’ora per sentirci per capire come scriverla. Sean chiese al regista come intendesse dirigerla e lui rispose: “Userò un po’ di magia del cinema”. Si poteva sentire l’ira silenziosa di Sean dall’altra parte. “Ho iniziato a recitare da prima che tuo padre iniziasse a darsi piacere da solo. Voglio sapere, inquadratura per inquadratura, come intendi girarla”.

Il regista rispose: “Parliamone venerdì alle 11:00. Ti illustrerò gli storyboard e la lista delle inquadrature. Per quella chiamata possiamo essere solo io e te, Sean, non servono gli sceneggiatori”. A noi stette bene, se la sarebbero sbrigata da soli.

Le 11:15 del venerdì arrivarono, il telefono suonò e Sean ci disse: “Dove caz*o è il regista?”. Noi non lo sapevamo, sentimmo un sospiro: “Ahhh… per l’amor del cielo. Ho accesso la tv ed è lì”. “Ma dove?” “[Nome del regista] è alle panchine femminili di quel caz*zo di Open di Francia. Mi dispiace, ragazzi, ho acconsentito a girare un film diretto da un impostore. Siete stati bravi. Ma io ho chiuso. Oggi”.

Ratner all’epoca frequentava la tennista Serena Williams e sembra proprio che sia stato il motivo per cui Connery rinunciò al suo ultimo film

Koppelman ha concluso:

Qualche mese dopo, Levien era alle Bahamas, chiamò Sean, che rispose e si dimistrò un gentiluomo. Quando nella conversazione spuntò il nome del regista, Connery ci regalò un’ultima, fantastica battuta: “Oh, lui, quell’uomo…quel secchio di fumo“.

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