Jordan Belfort, colui che ha ispirato The Wolf of Wall Street, ha deciso di fare causa alla casa di produzione Red Granite Pictures per un valore di 300 milioni di dollari.

Tutto è cominciato la scorsa estate, quando Riza Aziz, produttore del film è stato accusato di appropriazione indebita e riciclaggio di denaro dal governo malaysiano.

Il capo della casa di produzione Red Granite Pictures ha dovuto rispondere, in un tribunale di Kuala Lumpur, di cinque capi d’accusa tra cui il riciclaggio di 248 milioni di dollari in una banca svizzera, denaro ricevuto dal fondo statale 1MDB che era controllato dall’ex primo ministro (e suo suocero) Najib Razak.

Lo scandalo 1MDB è stato definito il più grande caso di corruzione nella storia malaysiana e ha coinvolto in frodi miliardi di dollari statali.

L’intera vicenda era partita da un’indagine del dipartimento di giustizia americano nei confronti della Red Granite, accusata di utilizzare denaro distratto dal fondo 1MDB per produrre film di Hollywood come The Wolf of Wall Street, Scemo & + Scemo 2 e Daddy’s Home.

Belfort ha dichiarato che se avesse saputo della provenienza del denaro, non avrebbe mai venduto i diritti di sfruttamento della sua autobiografia di Il lupo di Wall Street. Oltre ai 300 milioni di dollari, Belfort ha chiesto la rescissione dell’accordo che lo lega alla casa di produzione. Se ci riuscisse avrebbe modo di rinegoziare un nuovo contratto per i diritti di sfruttamento della sua seconda autobiografia, Catching the Wolf of Wall Street.

Matthew L. Schwartz, legale della Red Granite dello studio Boies Schiller Flexner ha rilasciato la seguente dichiarazione:

La citazione in giudizio di Jordan Belfort non è altro che un tentativo disperato e estremamente ironico di tirarsi fuori da un accordo che per la prima volta in vita sua lo ha reso ricco e famoso con mezzi legali.

The Wolf of Wall Street è arrivato al cinema il 23 gennaio 2014.

 

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