Christopher Nolan contro la Warner Bros, lo “scontro a distanza” continua. Il regista inglese che, da anni, ha un ottimo rapporto di lavoro con lo studio citato, è tornato a criticare per l’ennesima volta la decisione della major che, a partire da Wonder Woman 1984 e per almeno un anno, porterà le sue pellicole in contemporanea su HBO Max, e dunque in streaming, e al cinema. La strategia di risposta all’emergenza sanitaria del nuovo Coronavirus è, per il momento, limitata agli Stati Uniti d’America, ma negli ultimi mesi abbiamo imparato che tutto è sempre decisamente fluido.

Christopher Nolan è tornato a scagliarsi, dalle pagine del The Washington Post, contro un modello distributivo che ha già avuto modo di criticare nei giorni scorsi facendone una questione di etica nei rapporti professionali fra uno studio e i propri collaboratori:

È quello che i francesi chiamano diritto morale. Possiedono in tutto e per tutto un film perché lo pagano, lo finanziano? E non la pongo puramente come domanda di natura legale: è una questione etica. Un film è una questione che si basa sulla partnership, sulla collaborazione. Non hanno parlato con nessuno dei filmmaker toccati dalla cosa. Non li hanno consultati in merito ai loro piani per i loro film. E mi sembrava giusto che qualcuno puntualizzasse che questa non è la maniera corretta di trattare questi registi. Lo studio doveva collaborare con questi filmmaker, ma non l’hanno fatto, non hanno parlato con loro, non hanno interpellato gli esercenti cinematografici e neanche con i partner produttivi delle loro pellicole. È per queste ragioni che ho deciso di parlare. Quanto alle strategie del 2021, non so perché qualcuno dovrebbe fare una strategia valida da oggi fino a dicembre del 2021. È un lasso di tempo molto lungo in quella che è una situazione che cambia in fretta ed è in dinamica evoluzione.

Christopher Nolan parla anche di Tenet, il film su cui è stato “scaricato il barile” della nuova strategia distributiva a causa, principalmente, dell’insuccesso americano (ECCO TUTTI I DETTAGLI):

Lo studio ha deciso di distribuirlo la scorsa estate in quelle zone del mondo dove era sicuro farlo in virtù della risposta data alla pandemia in quelle nazioni specifiche. E per me hanno fatto bene perché un sacco di persone hanno visto il film, in sicurezza. Ma in questa nazione, gli Stati Uniti, la storia è differente. Produrre i film è un business globale, non solo americano e penso che le persone dovrebbero cominciare a guardare oltre il proprio naso, a quello che succede nel resto del globo e tenere a mente il tutto.

Cosa ne pensate di queste nuove critiche di Christopher Nolan alla Warner? Ditecelo nei commenti!

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