E’ il film che ho sempre desiderato fare!” ha dichiarato un come sempre imbarazzato Gabriele Salvatores, si tratta di Il ragazzo invisibile, produzione Indigo (quelli di La grande bellezza), distribuzione 01 che uscirà l’11 Dicembre. E’ il primo film italiano a tentare la scalata al genere del cinema di supereroi e come dice il titolo racconta di un ragazzo con il potere di diventare invisibile.

Un’avvertenza prima di iniziare, abbiamo visto diverse scene e compreso a grandi linee tutta la trama (finale escluso), dunque quel che segue è un racconto pieno di spoiler anche se è abbastanza intuitivo che quel che leggerete di seguito sarà anche quel che si capirà dai primi trailer quando cominceranno a circolare.

Infine, vista la materia spinosa (un film di supereroi italiano!) non avrebbe senso, accanto alla cronaca di quel che si è visto, non spiegare anche quali siano le impressioni, cioè se si tratti di qualcosa in linea con il cinema americano o meno.

Innanzitutto ogni cosa è nata da Nicola Giuliano di Indigo, stufo di non fare film da far vedere ai figli e stufo di vedere con loro film che non gli piacciono. L’idea quindi è di un film per tutti, che appassioni un pubblico giovane con la trama ma convinca un pubblico adulto con dei contenuti più seri: “Anche se sembra un’eresia l’obiettivo è cercare di fare qualcosa come ET, buono per tutti” ha spiegato Salvatores.

Innanzitutto la prima parte del film segue l’archetipo del cinema di supereroi, cioè viene presentato un ragazzo di 13 anni abbastanza sfigato, maltrattato dai bulli, insicuro e insoddisfatto di sè. A questo punto è partita la prima clip:

– Si vede il protagonista risvegliarsi un mattino e vedere allo specchio che è invisibile. Sorpreso e spaventato cerca di prendere confidenza con la cosa e ne capisce la portata quando la madre (Valeria Golino) entra in stanza e non lo vede. Completamente nudo (con i vestiti chiaramente lo vedrebbero) si reca a scuola e comincia a vendicarsi: incastra un bullo e fa fare brutta figura ad un altro, si infila nella sala professori per migliorare un suo compito di matematica, infine si reca nello spogliatoio delle ragazze dove accidentalmente viene scoperto (un asciugamano gli finisce addosso rivelandone la presenza e in quel momento diventa visibile), completamente nudo nello spogliatoio delle ragazze.

Gli effetti speciali (non finiti) sono di livello, non paiono scarsi sebbene nemmeno eccezionali, il tono però non è quello che si potrebbe immaginare se questa stessa trama fosse stata in un film americano. Il ragazzo invisibile ha un tono molto italiano, anche un pelo più del cinema di Salvatores, in certi punti è un bene (la scena del protagonista che indisturbato si muove nudo nella massa di persone vestite che non lo vede è forte, un’idea seria e potente) in altri l’impressione è del classico film italiano.

Si tratta però di qualcosa voluta a cui l’autore tiene molto “Il cinema americano è molto spettacolare, curano tantissimo il vestito e non sempre quel che c’è dentro. Certo quelle volte che curano anche quel che c’è dentro il risultato è straordinario ma quel che abbiamo fatto noi è meno spettacolare e più intimo e reale, attaccato alle vite delle persone. Il mio obiettivo era somigliare a Lasciami entrare, nella versione svedese”.

Nella seconda clip si spiega meglio la mitologia dietro i poteri:

– Michele, il protagonista, è avvicinato da una persona strana a vedersi che dice di essere suo padre e gli spiega che a causa di un incidente in Russia molte persone sono state contaminate da radiazioni che ne hanno mutato la struttura genetica conferendo ad ognuno poteri diversi. Un nostalgico della guerra fredda li ha radunati in un complesso paramilitare per studiarli e fare esperimenti. Erano tutti sterili tranne lui e un’altra donna (Ksenia Rappoport). Essendo egli telepate ha scoperto di piacerle ed è nato così Michele il primo figlio di “speciali” (così sono chiamati dai russi). Gli speciali erano dotati dal complesso paramilitare anche di tute che funzionassero bene con i loro poteri, così avendo capito che il loro neonato sarebbe stato sottoposto a chissà quali esperimenti i due genitori scappano e vediamo in un campo vasto il padre fuggire con il piccolo e la madre (in tuta) rimanere e sfruttare il potere d’invisibilità per bloccare i soldati lanciati all’inseguimento. In questo conflitto però lei muore.

Alla fine Michele riceve dal padre la sua tuta, nera con il simbolo del progetto russo. Sembra quella di Kick-ass.

Non sfugge a nessuno che il modello sono gli X-Men con un pelo di Capitan America nel coinvolgimento russo. La parte dei ricordi non è male ma non bisogna immaginare il conflitto tra Ksenia Rappoport e i soldati come una grande scena d’azione, è più un momento raggelato in cui l’invisibilità è usata con intelligenza e non con violenza, in cui il ritmo non è forsennato e la morte arriva per un inghippo.

Insomma è chiaro che se vi aspettavate un film all’americana questa è la storia giusta con il tono sbagliato. Non a caso più volte Salvatores spiega come “in realtà la lotta non è con dei nemici o con dei mostri ma con la vita. Il protagonista deve imparare a diventare uomo, superare la fase di bambino e capire che il potere vero è quello che è dentro ognuno di noi. Non a caso abbiamo scelto l’invisibilità come potere, perchè in un’epoca in cui tutti vogliono farsi vedere poter non essere visto è molto interessante e poi perchè si sposa bene con l’età e la fase che attraversa il protagonista, quella in cui alle volte vorresti sparire”.

Si capisce inoltre che questo ente russo che faceva esperimenti sugli speciali sta ancora cercando Michele e quasi l’ha trovato. Sono riusciti infatti a capire dove si trovi (Trieste) e per questo stanno rapendo ad uno ad uno tutti ragazzi della sua età, dunque amici e conoscenti suoi. Si comprende anche che ad essere rapita ad un certo punto sarà la ragazza di cui è innamorato e per salvarla Michele dovrà (finalmente!) usare il proprio potere.

Di tutta questa parte non sono state mostrate scene se non nel trailer.

Inoltre prima del film, in autunno, uscirà una miniserie a fumetti di tre capitoli su questa storia, questo fa capire che in potenza c’è materiale anche per un prequel e un sequel.

Quando abbiamo chiesto a Gabriele Salvatores se fosse mai stato un appassionato di fumetti americani o se guardi i film tratti da fumetti in uscita in questi anni ci ha risposto così:

I film che mi entusiasmavano da ragazzo erano I magnifici sette o Lawrence d’Arabia, erano loro i miei eroi. Di fumetti ho letto Flash Gordon, Mandrake e Corto Maltese, mentre di questi film recenti mi piace molto il primo Uomo Ragno di Sam Raimi ma in fondo anche l’ultimo Capitan America, benchè molto votato sul versante dello spettacolare mi ha sorpreso per i suoi contenuti.

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