C’è stato un momento in cui Arnold Schwarzenegger non era un attore, era un culturista pluripremiato (anzi il più premiato), ancora prima un imprenditore del settore immobiliare di grandissimo successo e una comparsa per serie tv e film. Conan il barbaro ha creato la sua carriera e ha trasformato una persona a cui cinema e televisione chiedevano in prestito il corpo per fare scena, in una capace di interpretare un personaggio e modificare tutto intorno a sé con la propria presenza.

Prendere atleti per i film d’azione non era infrequente, Sean Connery era stato un atleta prima di diventare attore, ma non c’erano precedenti di fisici fuori scala in ruoli protagonisti. I corpi del cinema erano quelli standard, il modello era unico. Schwarzenegger non rientrava certo in quel modello e c’erano poche se non nessuna speranza di una carriera al di fuori del ruolo da caratterista. Il suo primo film Ercole a New York non era stato proprio un successo e aveva dimostrato che non c’era grande richiesta per lui. Il cinema non sapeva cosa farsene. Almeno prima dell’esplosione del fantastico.

Alla fine degli anni ‘70 assieme a Guerre stellari esplode e continuerà ad esplodere per tutti gli anni ‘80 quello che fino a quel punto era stato un genere secondario. Il fantastico. E in tutte le sue declinazioni, dalla fantascienza, al fantasy, al mitologico, all’horror. Nel 1981 c’era stato Scontro tra titani e nel 1983 Lou Ferrigno avrebbe interpretato Ercole nel film omonimo. In mezzo, nel 1982, una produzione iniziata prima di tutte quelle in maniera rocambolesca e faticosa arrivava in sala: Conan il barbaro. Di tutta quelle produzioni di quel pugno d’anni niente è paragonabile a Conan il barbaro, nulla ha quella serietà, quella tensione, quella capacità di immaginare non solo il fantastico ma un mondo diverso con un’idea dietro e una concretezza mitologica e di scrittura fuori scala.

conan ascia

Ci era voluto Dino De Laurentiis per far finalmente partire il progetto di Edward Pressman, produttore di La rabbia giovane e Il fantasma del palcoscenico, uno che i rischi amava prenderseli. Dino De Laurentiis era il contrario, a lui i rischi non piacevano, ma quando Pressman decide di rivolgersi a lui (solo perché era venuto a sapere che si trovava a New York nell’hotel accanto al suo) ha già una sceneggiatura del quasi sconosciuto Oliver Stone e il culturista dei culturisti pronto per la parte, l’unico credibile, l’unico che somigli all’ispirazione di tutto: le illustrazioni di Frank Frazetta.

Quei disegni di incredibile anatomia, grandissimo potere evocativo e sovrumana composizione erano ciò che aveva intrigato tutti, e lo script di Stone era da megalomani, sprizzava spese e costi di produzione assurdi da ogni riga. Il film era un kolossal senza garanzie ma nonostante possa sembrare strano De Laurentiis era intrigato proprio dalla presenza di Schwarzenegger. All’epoca era stato il documentario L’uomo d’acciaio a renderlo davvero conosciuto. Pressman gli aveva mandato tutto il materiale, incluse le illustrazioni di Frazetta e Schwarzenegger ne era ovviamente rimasto intrigato, un ruolo perfetto per lui, uno dei pochi possibil. Per la parte decise anche di asciugarsi, allenandosi più che altro con corsa e nuoto. Meno massa più agilità.

conan frazetta

Conan il barbaro in un’illustrazione di Frank Frazetta

Ci vollero 5 anni e poi, come già detto, l’arrivo di De Laurentiis per far partire davvero il progetto, sempre con la sceneggiatura di Oliver Stone. In molti registi rifiutarono (Alan Parker in primis) e quando fu proposto a John Milius erano così esasperati da accettare pure la sua condizione n.1: riscriverlo. Milius ne fa un film più economico e più centrato, scrive alcuni dei dialoghi più memorabili del genere e crea una storia pazzesca destinata ad influenzare tutto il genere ma anche capace di attirargli le peggiori critiche e antipatie. Superomismo nietzschiano, culto della forza, sopravvivenza del più forte… C’era tutto.

Ma Milius fa un lavoro imprevedibile soprattutto su Schwarzenegger, trasformando un culturista in un attore. Aveva prima di tutto provato ad ammorbidire l’accento austriaco (inutilmente) poi, capita l’incredibile determinazione ed etica del lavoro dell’attore, aveva deciso che avrebbero provato e riprovato e riprovato tutte le battute nel suo camerino fino a trovare per ognuna un modo di renderla credibile. Ogni giorno prima di pranzo si chiudevano nella roulotte e provavano i monologhi. Ognuno era stato provato almeno 40 o 50 volte prima del ciak. Schwarzenegger poi racconta che anche James Earl Jones (Tulsa Doom, il villain), scelto per il successo come doppiatore di Darth Vader, diede una mano, spiegandogli quali fossero le possibili opzioni per ogni dialoghi, come poteva scegliere di interpretarlo e come arrivarci. In cambio lui gli aveva dato dei consigli per mettere massa. Solo così è possibile per una persona che non è un attore recitare in questa maniera.

Quando Conan esce le recensioni non sono granchè, alcune sono tiepide, la maggior parte peggio. Il film è un buon successo economico e avrà un sequel e uno spin-off (Yado). La vera svolta però è per Arnold Schwarzenegger, che da lì accede a Terminator e con quel film cambia tutta una vita e il cinema assieme ad essa. L’ingresso del suo corpo cambia i generi e le possibilità. Il linguaggio dei film d’azione si deve adattare al fatto che c’è un corpo così assurdo e fuori scala che il pubblico paga per vedere. Se l’attore è così estremo, una versione ingrandita del classico action hero, allora tutto intorno a lui potrà essere più estremo e lo stesso plausibile, in tono. Se James Bond può fare cose incredibili, figuriamoci un corpo simile. Può sradicare cabina telefoniche, prendere colpi senza sosta, sgominare interi gruppi di persone. Nasce il cinema anni ‘80.

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Conan il Barbaro è ora disponibile su Star su Disney+.

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