Durante una presentazione con successivo botta e risposta in un cinema di Manhattan, David Cronenberg e alcuni componenti del cast hanno parlato di Crimes of the Future, ultima fatica del regista che abbiamo visto a Cannes.

Devo ammettere che non ho capito proprio tutto quando ho letto la sceneggiatura” ha commentato Lea Seydoux. “Mi ci sono tuffata dentro, che è quello che David vuole, visto che è un grande osservatore. Io la vedo come una metafora di cosa significhi essere degli artisti, almeno è questo il legame che ho trovato con il film. In quanto artisti siamo pronti a dare di tutto… anima e corpo“.

Il regista ha ammesso che “non gli importava” che gli attori capissero il significato della storia visto che voleva interpretazioni vere:

Scelgo attori che sono giusti per il ruolo e non importa se non sanno quello che stanno facendo, molti me lo dicono: “Non so che caz*o sto facendo” e io rispondo: “Sì, continua così“. Mi piace vedere le intuizioni degli attori e tutto ciò che apportano spontaneamente.

Non discutiamo, non proviamo, non analizziamo nulla. Quando vedo ciò che succede sul set, a meno che non succeda qualcosa di fuori luogo, non dico nulla.

Crimes of the Future è un’espressione di ciò che potrebbe essere il prossimo stadio evolutivo, anche se evoluzione non vuol dire necessariamente efficacia, secondo Cronenberg:

Credo che ci siamo evolvendo, e non arretrando. Credo che il nostro sistema nervoso sia completamente diverso da quello degli esseri umani di 100 anni fa. L’uso degli schermi e della tecnologia digitale ha alterato il nostro sistema nervoso.

Ma quando Darwin parlava di evoluzione, non parlava di progressione verso qualcosa di superiore. Evoluzione non vuol dire arrivare a qualcosa di meglio, ma a qualcosa di diverso.

Crimes of the Future è prodotto da Robert Lantos ed è stato scritto dallo stesso Cronenberg (è la prima volta che il regista scrive un suo film dai tempi di eXistenZ, datato 1999).

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