È in un’intervista su Desert Island Discs, celebre programma radiofonico della britannica Radio 4, che Daniel Radcliffe si apre riguardo ai problemi di alcolismo che ha affrontato durante l’adolescenza.

Stella del cinema dall’età di 12 anni, grazie al ruolo di Harry Potter, Radcliffe afferma di aver sentito una sorta di senso di colpa per l’enorme successo che ha avuto da bambino, una sensazione che ha alimentato la sua etica lavorativa fino all’ultimo film della saga, uscito nel 2011:

Entrando in una sala prove, ci sarà sempre una parte del mio cervello che mi dirà: “Tutti pensano che tu sia qui per via di Harry Potter”, e in gran parte hanno ragione. Quindi devo assicurarmi di portare sempre qualcosa di nuovo con me, e se è quello che mi fa lavorare meglio, allora perfetto.

Sono stato maledettamente fortunato, e penso di avere una specie di senso di colpa perché mi è successo qualcosa di così bello quando ero così piccolo.

L’attore ammette che rimanere sotto i riflettori durante un periodo così delicato della vita come l’adolescenza lo ha spinto verso l’alcolismo, cosa che è sfuggita al suo controllo quando ha iniziato ad andare nel panico pensando al suo futuro dopo Harry Potter:

Penso che molto dell’alcol che ho bevuto verso la fine di Harry Potter, e un po’ anche dopo, fosse dovuto al panico e al non sapere cosa fare dopo, al non sentirmi a mio agio con me stesso quando ero sobrio.

Radcliffe è riuscito a uscire da questa dipendenza nel 2010, e dover diventare sobrio così da giovane l’ha fatto sentire inizialmente “strano”, ma successivamente “molto, molto felice”:

Mi ha sempre affascinato e frustrato la domanda: sarebbe successo lo stesso o è stata colpa di Harry Potter? Non lo saprò mai. So che è una cosa di famiglia, generazioni di alcolisti. Ma sottolineo che i miei genitori non sono mai stati alcolizzati.

Infine, l’attore ricorda come ha ottenuto la sua prima parte, nell’adattamento del 1999 della BBC di David Copperfield:

Ho un occhio leggermente pigro e quando sono stanco la palpebra si mette a battere per conto suo – come Homer Simpson quando è ubriaco. Entrai nella stanza e guardai il regista, e gli feci tipo l’occhiolino. A quanto pare ha pensato: “Chi è questo ragazzino così sicuro di sè da farmi l’occhiolino?” Mi dicono che sia stato uno dei motivi principali per cui mi richiamarono!

Fonte: DailyMail

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