Valerio Cilio e Gianluca Leoncini, sceneggiatori di Denti da squalo, al cinema dall’8 giugno, con quello script vinsero il premio Solinas 9 anni fa. Non hanno mai smesso di perfezionarlo

Alle volte le sceneggiature possono rimanere nel cassetto anche 9 anni. Possono rimanerci anche se hanno vinto il premio Solinas (il più importante premio italiano per le sceneggiature) e possono rimanerci con serenità, avendo già fatto tutto quello che potevano per i loro autori. È stato il caso degli sceneggiatori Valerio Cilio e Gianluca Leoncini, che nel 2014 hanno scritto Denti da squalo, vincitori del Solinas e poi andati a fare altro, altri copioni, altre storie, altri lavori, fino a che Gabriele Mainetti con la sua casa di produzione Goon Films non ha voluto realizzarla. Il film esce in sala l’8 giugno.

VALERIO CILIO: “Io mi ricordo benissimo che quando abbiamo vinto il Solinas eravamo felicissimi, abbiamo festeggiato e tutto. Poi il giorno dopo mi sono riletto la sceneggiatura, ho telefonato a Gianluca e gli ho detto che a me non è che mi convincesse tanto. Lui aveva fatto la stessa cosa e aveva avuto la stessa impressione. Non ci piaceva”.

Quanto tempo prima l’avevate scritta?

VC: “Pochi mesi. Ma era stata fatta in fretta e così ci ripromettemmo che se qualcuno l’avesse comprata ne avremmo fatta una nuova stesura”.

GIANLUCA LEONCINI: “Però succedeva che i produttori ce la chiedevano dopo la vittoria del premio e non dicevamo di non averla, che non era pronta, andava rifatta… Certo nessuna di queste offerte che ci arrivavano era di quelle irrinunciabili eh. In buona sostanza ci abbiamo lavorato periodicamente e continuamente dal 2014 ad oggi, mentre facevamo altro. Fino a che non è arrivato Gabriele almeno, che ci ha chiesto se avessimo una storia, gli abbiamo raccontato Denti da squalo in 5 secondi e lui il giorno dopo ha detto di volerla comprare”.

È strano che non abbiate mai sentito il bisogno di fare un film da questa sceneggiatura che vi aveva fatto vincere il premio più importante in Italia!

GL: “La verità è che eravamo abbastanza gelosi di questa storia che per noi rappresentava molto. È stato un momento importante per me quando a 39 anni mi hanno detto che una mia sceneggiatura era decente abbastanza da vincere un premio e quindi pensare di poter fare lo sceneggiatore come lavoro, visto che per una vita avevo fatto altro. Questa sceneggiatura per noi ha fatto tanto, ci ha fatto conoscere, ci ha aperto porte, ci ha portato altri lavori… Così tanto che forse non sentivamo nemmeno il bisogno di trasformarla in film. Cioè per me è stata l’ancora di salvezza per continuare a fare questo lavoro. Prima scrivevo cose che non mi piacevano, lavori degni ma in cui non c’era la mia personalità”.

denti da squalo

Alla fine quanto è cambiata dalla versione del 2014?

GL: “La struttura è quella, però ad esempio è cresciuto molto il rapporto con la madre, mentre la backstory con il padre era più ingombrante e un po’ meno raffinata. C’era un grosso flashback, un antefatto di tutto piazzato  in mezzo al film che ora non c’è più. Era molto letteraria per alcuni aspetti”.

VC: “Ora è molto più distillata.  Anche grazie agli attori. Io sono molto affezionato a quello che ha fatto Claudio [Santamaria ndr] perché per noi quel personaggio, il papà, era gigantesco in questa birra e lui ha reso perfettamente tutto il sentimento che c’era in quel personaggio anche se gli avevamo levato parecchie scene”.

Tra il 2014 è cambiata proprio l’industria del cinema in Italia, quel copione lì veniva da un’era pre-Jeeg Robot, e poi in mezzo Valerio Cilio ha creato la serie Christian. È stato necessario modificarlo anche in questo senso?

VC: “È cambiato soprattutto il tono e come si parla. Ma nel mio caso comunque non è stato fare Christian che ha modificato Denti da squalo, ma l’opposto: senza Denti da squalo non ci sarebbe stato Christian”.

Gabriele Mainetti ha prodotto il film ma prima di girare Lo chiamavano Jeeg Robot lui era stato il protagonista di un corto nel quale era contenuta l’idea di Christian, che poi tu Valerio ha scritto… Che connessioni sono?

VC: “Casuali. Il corto è staccato dalla serie”.

Solitamente i film italiani con bambini fanno abbastanza pena. Come potevate voi assicurarvi che il vostro non avrebbe fatto schifo?

GL: “Ci sono vari modi e io ci metto dentro anche la mia esperienza precedente come produttore. È una delle cose più difficili in assoluto trovare, far lavorare, creare quell’empatia che Davide [Gentile, il regista ndr] ha creato con Tiziano [l’attore protagonista ndr], ed è anche molto merito del casting, tutto il casting è pazzesco, grazie a Davide Zurolo che secondo me, lo dico per esperienze fatte, è una delle persone più sensibili, capaci e attente”.

VC: “Sai un bambino può essere bravo a recitare ma poi pessimo sul set”

Davide Gentile come è stato scelto? Voi avevate voce in capitolo?

GL: “Ricordo una frase di Gabriele quando se ne uscì con Davide Gentile e non chiedemmo chi fosse. Lui secco: “È il migliore. Anche se non ha esordito è già migliore del 90% dei registi in Italia”.

Trovate tutte le informazioni su Denti da Squalo nella nostra scheda.

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