Dopo essere stato in esclusiva al cinema per tre settimane, Don’t Look Up è arrivato su Netflix la vigilia di Natale e ha scalato subito la classifica della piattaforma, diventando il film più visto della settimana in tutto il mondo.

Inevitabilmente, il disaster movie satirico di Adam McKay ha scatenato reazioni molto contrapposte (anche nella nostra stessa redazione): c’è chi lo ha apprezzato e chi no. Proprio come nel film, sembrano essersi creati due schieramenti: gli strenui sostenitori della pellicola e del suo messaggio ambientalista (ma c’è chi ci vede anche riferimenti ancora più attuali alla pandemia), e i detrattori che lo ritengono troppo retorico e poco originale.

Il dibattito ovviamente si è spostato sui social, e in particolare su Twitter, dove le discussioni sul film tengono banco da diversi giorni. Ieri anche Neil deGrasse Tyson, scienziato, astrofisico e divulgatore scientifico, si è sbilanciato:

Ho finalmente visto Don’t Look Up, una storia di finzione su una Nazione distratta dalla cultura popolare e divisa sulla possibilità di prestare attenzione agli avvertimenti degli scienziati.

Tutto quello che so sui notiziari, i talk show, i social media e la politica mi dice che in realtà questo film è un documentario.

Nella discussione si è inserito ora anche il regista Adam McKay, che ha commentato:

Amo tutto l’acceso dibattito che si è scatenato sul nostro film. Ma se non avete anche solo un minimo di ansia sulla possibilità che il clima sia collassando (o che gli USA collassino), non sono sicuro che Don’t Look Up possa aver alcun senso per voi. È come un robot che guarda una storia d’amore. “PeRcHè QuElLe FaCcE sOnO cOsÌ vIcInE tRa LoRo?”

Trovate tutte le informazioni sul film nella nostra scheda.

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