Dopo la vittoria della Coppa Volpi al Festival di Venezia, Kamel El Basha si sarebbe aspettato un’accoglienza diversa per L’Insulto in Palestina, sua terra natìa da lui sempre difesa strenuamente. L’attore è stato premiato per la sua toccante interpretazione di Yasser, profugo palestinese che vive e lavora a Beirut, nell’ultimo film del regista franco-libanese Ziad Doueiri.

Proprio Doueiri, lo scorso settembre, è stato brevemente trattenuto dalle autorità libanesi al rientro in patria dal Festival di Venezia, dovendo rispondere alle accuse sollevate dal suo film precedente, The Attack, girato prevalentemente in Israele con alcuni attori israeliani. Il Libano ha tuttora rapporti di aperta ostilità con lo stato israeliano, ragion per cui The Attack è stato bandito dal paese nel 2013.

Tuttavia, non è in Libano – dove L’Insulto è campione d’incassi – bensì in Palestina che si è alzato il maggior polverone relativo all’ultimo film di Doueiri. La proiezione della pellicola avrebbe dovuto concludere il festival Days of Cinema di Ramallah; le pressioni dei movimenti di boicottaggio hanno, però, spinto l’organizzazione della rassegna a cancellare l’evento.

Contemporaneamente, Kamel El Basha è divenuto bersaglio di aspre critiche, avendo difeso Doueiri dalle accuse di presunta normalizzazione dei rapporti con Israele, e avendo condannato da subito la cancellazione dell’evento nella propria patria.

Abbiamo avuto l’occasione di parlare direttamente con Kamel El Basha, che ci ha spiegato la sua posizione confermando la propria solidarietà nei confronti di Doueiri e contro ogni tipo di oscurantismo. Ecco quanto ci ha detto:

Quello che è successo in Palestina, l’aver impedito la proiezione di L’Insulto presso il festival Days of Cinema a Ramallah, è una vera catastrofe; e non per il film, che verrà distribuito in tutto il mondo per essere apprezzato dal pubblico, che ne potrà discutere. Mi aspettavo che avrebbe provocato discussioni profonde e oneste sulla guerra in Libano e i rapporti tra il popolo palestinese e quello libanese. Tuttavia, non avevo previsto che i movimenti di boicottaggio del nostro paese avrebbero accusato Ziad, dopo averlo già punito per The Attack. In ogni caso, ero e sono ancora contro il boicottaggio di qualsiasi artista che stia lavorando per il bene della Palestina e del mondo arabo, e Ziad è uno dei migliori in questo. Quindi, ero contro il boicottaggio di The Attack e lo sono tuttora. Ciò che è accaduto in Palestina è una catastrofe per la causa palestinese e per il popolo palestinese, nonché per la vita culturale del paese. Si sta precludendo alla gente la libertà di parola, privandola della conoscenza. Perseguirò legalmente queste persone in tribunale, e non smetterò di parlare di questa storia, non smetterò di parlare di ciò in cui credo. Non sono meno patriottico di tutte queste persone: la Palestina è la mia terra, e il film parla di palestinesi e libanesi. Il mio popolo dovrebbe poter vedere L’Insulto in un modo o nell’altro, ma non attraverso internet. Dovrebbe essere proiettato, e lo sarà. So che questa è una grande battaglia contro l’oscurantismo, contro la privazione della libertà di parola, in difesa dell’arte, dei palestinesi e del nostro futuro come persone che lottano per un domani migliore, per noi e per il mondo intero. Sono molto arrabbiato e molto triste; mi sento un guerriero che ha perso una battaglia, ma non la guerra.

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