Free Solo, vincitore del premio Oscar e del Bafta come miglior documentario, sembrerebbe esser stato leggermente attenuato per il pubblico più giovane, stando a un articolo di Screenrant. Il sito ha visionato il documentario e ha riscontrato due casi in cui il linguaggio è stato reso meno colorito.

Un caso è la sostituzione di “this is fu*ked” con “this is messed up”, che crea evidenti problemi di sincronizzazione audio/video; l’altro è il passaggio dalla battuta  “That is the goddam warrior spirit” a “That is the warrior spirit”.

Al di là di questo caso specifico ricordiamo che il colosso non ha optato per la censura di scene controverse: con il lancio di Disney+ è arrivata la conferma che anziché alterare il film, la major ha scelto di inserire un messaggio all’inizio: “Questo programma viene presentato come è stato originariamente creato. Potrebbe contenere rappresentazioni culturali datate“.

Confermata invece la rimozione di una scena nei titoli di coda di Toy Story 2, in cui Stinky Pete fa delle avances a due Barbie. Non c’è traccia, ovviamente, di I Racconti dello Zio Tom, pellicola alquanto controversa che la Disney da tempo non ripropone in home video.

Questa la sinossi del documentario:

Free Solo è un thriller che tiene con il fiato sospeso ma anche il ritratto di un atleta che sfida il suo corpo e le sue convinzioni per trionfare sull’impossibile, rivelando il suo tributo personale per raggiungere l’eccellenza. Proprio quando il climber inizia il training, si innamora e improvvisamente quella corazza di invincibilità che ha costruito nel corso di decenni va in frantumi. La sua capacità di concentrazione diminuisce, lasciando spazio a infortuni e battute d’arresto.

Vasarhelyi e Chin riescono a catturare momenti profondamente umani di Honnold e al contempo a raccontare questa arrampicata che sfida la morte con grande maestria e con riprese vertiginose. Il risultato è il trionfo dell’animo umano rappresentato in quello che il New York Times definisce “Un’opportunità miracolosa per tutti noi di provare il sublime umano”.

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