Intitolato “A Screen New Deal — A Route Map to Sustainable Film Production“, lo studio è stato commissionato dal British Film Institute in collaborazione con Albert, il consorzio che calcola l’impronta di carbonio dei programmi televisivi inglesi e dei premi BAFTA con l’obiettivo di promuovere l’efficienza energetica.
La ricerca è stata condotta per analizzare “i cambiamenti sistemici” necessari affinché l’industria cinematografica possa ridurre le emissioni oltre a offrire proposte e suggerimenti per gli studi cinematografici. Sono state prese come riferimento 19 produzioni girate nel Regno Unito e negli Stati Uniti con un budget superiore ai 70 milioni di dollari ed è emerso che l’impatto maggiore (circa il 50%) era dovuto ai trasporti (30% d’aria, 70% di terra).
“Lo studio è stato pubblicato in un momento importantissimo per la nostra industria” ha dichiarato Pippa Harris, capo dell’Albert Film Forum e produttrice di 1917. “Abbiamo tutti avvertito i devastanti effetti economici e culturali della pandemia, perciò ora è il momento di fare squadra e tornare più forti. Non possiamo continuare a creare film allo stesso modo senza alcun tipo di progetto ambientale per il futuro“.
Tra i suggerimenti per Hollywood la riduzione di sprechi riciclando materiali e i risorse, l’utilizzo di tecnologie rinnovabili e di strumenti digitali per aumentare l’efficienza generale.
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