L’8 marzo del 2011 il mondo del cinema apprendeva che Guillermo del Toro aveva ufficialmente rinunciato alla prospettiva di portare sul grande schermo l’adattamento di Le Montagne della Follia, il romanzo di Howard Phillips Lovecraft.

La motivazione? Ovviamente di natura economica.

La Universal, major collegata al progetto, non voleva accollarsi il rischio di produrre un film horror Vietato ai Minori dal budget particolarmente elevato.

Nel mentre, fra film annunciati e magari mai realizzati, la caratura di Guillermo del Toro è cresciuta esponenzialmente anche grazie ai numerosissimi premi vinti con La Forma dell’Acqua, dal Leone d’Oro a Venezia agli Oscar come Miglior Film e regia.

E, a quanto pare, il regista non pare aver accantonato del tutto l’idea di girare, un bel giorno, su Le Montagne della Follia. Nell’intervista rilasciata a IndieWire in cui il filmmaker ha spiegato che intende rimettersi al lavoro su Nightmare Alley con l’aiuto di un protocollo di sicurezza lungo 80 pagine che ha steso di persona e che applicherà anche alla produzione del film in stop-motion di Pinocchio, dice:

È la ragione per cui indosso questo anello dal giorno in cui tutto è stato cancellato. È l’anello finto di un’Università che non esiste, quella che compare nel libro, la Miskatonic University, e lo porterò fino a che non riuscirò a fare questo film. Potrebbero anche seppellirmi con lui. È un progetto complicato. Al tempo c’era James Cameron come co-produttore di fianco a me, c’era Tom Cruise come protagonista, pensavamo di riuscire a girarlo, e invece… Ma non sono decisioni che dipendono da me. Noi registi esistiamo, per lo più, in un contesto decisionale dove non abbiamo più di tanta voce in capitolo. Inevitabilmente, le persone pensano che le nostre carriere siano basate su un susseguirsi di decisioni, quando, in realtà, sono una serie di incidenti con le tue decisioni in cima. Non decidi effettivamente di fare un film al posto di un altro.

Insomma, anche se sei Guillermo del Toro, a prescindere che si tratti di Le Montagne della Follia o di un altro film, per un regista (con alcune doverose e notorie eccezioni), non è sempre così automatico potersi mettere al lavoro su un progetto, magari inseguito con passione da tempo.

Ma a quanto pare, nella sua dimora di R’lyeh, anche il morto Cthulhu attende sognando di poter vedere un Le Montagne della Follia firmato Guillermo del Toro.

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