Continuiamo con i nostri resoconti dalla roundtable con il cast dell'Uomo d'Acciaio proponendovi la trascrizione della nostra chiacchierata con Henry Cavill e Amy Adams, accorsi a Taormina in occasione della premiere italiana del cinecomic di Zack Snyder.

Ecco cosa ci hanno raccontato:

Dunque, dopo 4 candidature al premio Oscar com'è stato lavorare a Superman? Ti sei divertita?

AA: Sì molto. L'unico aspetto diverso è stata la portata del film e anche il fatto che hai molto tempo a disposizione in film del genere, tempo per conoscere le persone, sviluppare rapporti.

HC: Parla per te.

[ridono]

AA: Credo di avere il solito approccio al mio lavoro, ma è stato decisamente surreale girare The Master e 3 giorni dopo passeggiare in un campo di grano e venire appesa a dei cavi con Superman. E' stato scioccante, ma io cerco sempre di sfruttare i miei sentimenti e ciò che provo in un determinato momento per la mia performance, quindi la sensazione di essere fuori posto, senza un appoggio, è servito perchè Lois è stata appena tratta in salvo, è sconvolta, quindi ho sfruttato il mio senso di disagio per la scena.

Cos'è che ti affascina di più del personaggio? Quali erano i tuoi eroi da bambino?

HC: Conoscevo molto bene Superman da piccolo, ma non ero un accanito lettore di fumetti. Vedevo i film, la serie tv, ma non ero appassionato a tal punto da divorare tutti i fumetti. Mi affascina tanto Superman per il viaggio che intraprende, ha un potere immenso, ma sceglie di sfruttarlo nel modo giusto.

I miei eroi da piccolo erano mia madre e mio padre, dico sul serio. Erano il tipo di persona a cui avrei voluto assomigliare. Per quanto riguarda i personaggi dei fumetti, come già detto, non li leggevo. Tuttavia, leggevo i libri di storia, e mi affascinavano tanto personalità come Alessandro Magno o Ramses II, per tutto quello che sono riusciti a ottenere in vita loro.

Cosa ne pensi della scena che hai girato nella chiesa e il tuo dialogo con il sacerdote che riguarda soprattutto l'aver fiducia negli altri per essere la persona che ispira fiducia?

HC: Credo che quella sequenza, in particolare, sia bellissima. Che tu colga un insegnamento religioso o una lezione di vita, capisci che bisogna avere fiducia nelle persone: non puoi continuare a vivere in attesa di segnali positivi, perchè finiresti per perderti molte cose. Non puoi aspettarti l'assoluta fiducia dagli altri, perchè saresti troppo esigente. Non puoi avere tutto e subito. Nel film in gioco c'è moltissimo, credo sia semplicemente un bellissimo messaggio, punto. Bisogna avere fede, ovviamente senza essere ciechi, e valutare cosa succede dopo aver concesso quel granello di fiducia per prendere altre decisioni.

Amy, hai fatto il provino per Lois Lane tre volte in tutto. Hai avuto un approccio diverso al ruolo ogni volta? Cosa puoi dirci a riguardo?

AA: Insomma, ogni volta si trattava sempre di uno script diverso, bisogna sempre fare molta attenzione al materiale che hai tra le mani. Ho sempre amato l'idea che Lois sia una donna indipendente e forte, ma quando ho fatto il provino per Man of Steel mi hanno dato solo una pagina di dialogo. Si trattava di una sola scena, dovevo condensare tutto in quelle poche battute, ma ho capito subito che l'approccio al personaggio sarebbe stato molto diverso, ero così emozionata. E poi, parlando con Zack e provando con Henry, mi sono resa conto che dallo script si capiva che la sua durezza d'animo era molto più organica, e che era nata in un posto in cui non aveva rivali e spiccava per il suo vigore.

Credi ci sia altro da dire sul suo conto?

AA: Sì, credo che abbiamo toccato appena il loro rapporto, dovrebbero esplorare questo aspetto. Ci sono molte direzioni che potrebbero prendere. Non facendo parte del processo creativo, è difficile sapere cosa i filmmaker abbiano in mente e a cosa mirino. Ma mi piacerebbe tantissimo approfondire il personaggio, si potrebbe anche fare un film tutto su Lois Lane e la sua storia [ride].

Lois Lane solitamente è ritratta bruna, ti hanno chiesto di tingerti i capelli?

HC: Ci hanno provato con tutte le forze ma si è rifiutata! [tutti ridono]

AA: In realtà in passato Lois è stata mostrata con colori diversi, è solo nella moderna incarnazione che tutti conoscono bene che viene ritratta bruna, e lo rispetto.

HC: A un certo punto c'era una versione di lei rossa, o sbaglio?

AA: Sì, esattamente. Ho chiesto a Zack questa cosa, ero molto eccitata all'idea perchè in qualità di attrice mi piace quando posso “travestirmi”, ma lui ha detto che voleva una donna che sembrasse realisticamente una giornalista, mi disse che Lois non è il tipo di persona che si tinge i capelli. Mi chiese: “Questo è il tuo colore di capelli naturale? Bene, perchè voglio che restino così. La vera Lois resterebbe così com'è”. Non è il tipo di donna che va dal parrucchiere ogni settimana, ma più la ragazza che si guarda allo specchio e dice: “Oddio, sono orrenda, forse dovrei fare qualcosa”. Però alla fine sta bene con se stessa, indossa il mascara però!

Il film è stato girato due anni fa, come hai mantenuto la calma stavolta?

HC: Proprio come ho mantenuto la calma quando ho ottenuto la parte, e durante le riprese. Naturalmente c'è stata pressione e senso di responsabilità, ma alla fine stava a me decidere se mollare o perseverare come ho sempre fatto nella vita. E' così che ho fatto. Potrei diventare pazzo se pensassi continuamente al film, agli incassi, ai commenti della gente. Ma il mio lavoro è fatto, e ora è tempo di pensare al mio prossimo incarico.

Da Immortals a un supereroe. Credi sia stato destino o è stato merito della tua prestanza fisica?

HC: In realtà dopo Immortals ho girato La fredda luce del giorno e ho dovuto perdere forma. Mi chiesero di mangiare hamburgers, pizza e bere birra. Può sembrare bello all'inizio, ma durante le riprese non puoi smettere e non è una bella sensazione. Ecco perchè non ero molto in forma durante lo screen test per Superman. Se è stato destino? No, credo sia stato semplicemente il momento giusto. E' facile dire che si tratta di destino dopo che le cose accadono. Non voglio incolpare il destino per i miei fallimenti, né rendergli conto per i miei successi.

Un ruolo del genere è un ruolo molto fisico. Preferisci questo tipo di ruolo o quelli più psicologici?

HC: Di certo non mi piacerebbe restare bloccato in un solo tipo di ruolo, mi piace variare. Interpretare un ruolo fisico è stata una grande opportunità perchè sono stato seguito dai migliori allenatori al mondo, che lavorano in questa industria, e poi hai tanta motivazione. Non è una questione di “Voglio avere un bell'aspetto”, lo devi fare per lavoro, il che ti spinge a dare il massimo.

Cosa si prova a passare da un cinecomic come L'Uomo d'Acciaio a un film più intimo come American Hustle di David O. Russell? Niente green screen, ambiente completamente diverso.

AA: Il lavoro dell'attore è creare qualcosa che non esiste. Sta tutto nel credere che, ad esempio, un aereo mi stia venendo contro o che al mio personaggio sia successo qualcosa in passato e io debba raccontare la sua storia. In entrambi casi, nulla mi appartiene, quindi il mio compito è fare in modo che la gente mi creda, che io appaia reale. Quindi, alla fine dei conti, il mio approccio è molto simile, non cambia più di tanto.

Com'è stato tornare nell'Isola di Jersey (in occasione della premiere ndr)?

HC: E' stato meraviglioso e ringrazio Amy e Russell per avermi accompagnato. Siamo stati a New York, poi a Londra, e pensavo: “Wow, è tutto colossale, che figata”, ma tornare a casa nell'isola in cui sono nato è stato fantastico. Mi è sembrato tutto così genuino, reale. Quando torni alle tue radici riconosci tutti i posti, le persone, anche se noti che la gente si comporta in modo diverso nei tuoi confronti. Erano tutti così eccitati, hanno reso quel momento davvero speciale. Si tratta di un momento di svolta nella mia vita, e ho avuto l'opportunità di condividerlo con la mia isola.

  • La nostra intervista ai produttori
  • La roundtable con Zack Snyder
  • Il nostro resoconto e il video della premiere a Taormina
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Ecco la sinossi della pellicola:

Nel pantheon dei supereroi, Superman è il personaggio più riconoscibile e riverito di tutti i tempi. Clark Kent/Kal-El (Henry Cavill) è un giovane intorno ai vent'anni che si sente alienato dai suoi poteri che oltrepassano qualsiasi immaginazione. Trasportato tempo fa sulla Terra da Krypton, un pianeta tecnologicamente avanzato e distante, il giovane Clark è attanagliato dalla domanda "Perché sono finito quaggiù?". Plasmato dai valori dei suoi genitori adottivi, Martha (Diane Lane) e Jonathan Kent (Kevin Costner), Clark scopre che l'avere delle straordinarie abilità conduce a dover intraprendere delle difficili decisioni. E quando il mondo è in estremo bisogno di stabilità, ecco sorgere una minaccia ancor più grande. Clark dovrà diventare l'Uomo d'Acciaio per proteggere le persone che ama e per ergersi a salvatore del genere umano.

Oltre a Henry Cavill, nel cast anche Amy Adams, Russell Crowe, Diane Lane, Kevin Costner, Michael Shannon, Antje Traue, Ayelet Zurer e Laurence Fishburne.

L'Uomo d'Acciaio uscirà il 14 giugno 2013, il 20 in Italia.

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