Arrivano aggiornamenti dall’USA Today sulla questione “Magic Bus”, il vecchio autobus 142 abbandonato dove, nel 1992, si lasciò morire Christopher McCandless, la cui storia è stata raccontata nel film di Sean Penn del 2007 Into the Wild – Nelle terre selvagge.

Come vi avevamo già riportato, lo scorso giugno la Guardia Nazionale dell’Alaska ha rimosso per questioni di sicurezza pubblica l’autobus dall’ambientazione diventata nel tempo un luogo di pellegrinaggio, mettendo a rischio la sicurezza di molti turisti.

Dopo averlo rimosso dall’originale location, sembra che il Dipartimento delle Risorse Naturali abbia intenzione di avviare un accordo con l’Università dell’Alaska e il suo Museo del Nord, a Fairbanks.

Questo permetterà al Dipartimento di mantenere la proprietà effettiva del bus (per avere sempre potere decisionale su futuri utilizzi) lasciando che sia il museo a prendersi cura del mezzo, avendo il personale qualificato per poterlo restaurare e mettere in mostra.

McCandless raggiunse l’Alaska dopo un viaggio post-laurea di due anni attraverso gli Stati Uniti. Trascorse gli ultimi 112 giorni della sua vita nei boschi, accampato nel mezzo della natura del parco nazionale di Denali dentro al vecchio autobus. Si nutriva di selvaggina, un po’ di riso e piante. A luglio del 1992 decise di tornare nella civiltà, ma dopo due giorni di cammino trovò che il fiume aveva attraversato qualche settimana prima senza difficoltà ora era in piena, e tornò verso l’autobus. Due mesi dopo venne ritrovato morto all’interno del veicolo, probabilmente a causa della fame o ancor più verosimilmente dell’avvelenamento con dei semi selvatici.

Fonte: USA Today 

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