In Everything Everywhere All at Once (LEGGI LO SPECIALE), James Hong interpreta il padre della protagonista (Michelle Yeoh), tassello più recente di una lunghissima carriera da caratterista. In un’intervista con The Guardian, l’attore ultranovantenne ha avuto modo di riflettere su come l’industria hollywoodiana sia cambiata nel corso del tempo nei confronti degli attori asiatici.

Per gran parte del secolo scorso, Hollywood è stata piena di “facce gialle”: attori bianchi che interpretavano ruoli asiatici. “I produttori dicevano che gli asiatici non erano abbastanza bravi e che non garantivano incassi. Ma guardateci ora!”. Film di successo come Everything Everywhere, Crazy & Rich e Shang-Chi hanno infatti dimostrato che il grande pubblico vuole vedere interpreti asiatici in ruoli principali. “Non eravamo persone importanti negli Stati Uniti per quanto riguarda l’industria cinematografica“, commenta Hong. “Fino a circa 10 anni fa, quando abbiamo iniziato a vincere dei premi. Quindi è stato un viaggio da zero a quello che è la situazione attuale. Ma c’è ancora molta strada da fare“.

Prima infatti le cose non andavamo molto bene:

Nei primi sessant’anni, gli attori asiatici che hanno interpretato ruoli importanti sono stati pochissimi. Ci venivano assegnate le parti secondarie come coollie o asiatici angosciati che venivano salvati da un bianco. Eravamo dei subalterni. Posso contare sulle dita di due mani i ruoli non banali che ho avuto. Ho interpretato un medico in un paio di serie e film, e uno scienziato nel film Colossus: The Forbin Project.

L’attore poi racconta un aneddoto tratto dalla propria esperienza diretta. Uno dei suoi primi ruoli fu quello di Barry Chan nella serie poliziesca Le avventure di Charlie Chan del 1957, in cui J Carrol Naish, un attore americano di origine irlandese, interpretava la parte principale. Per questa, Naish, come altri attori bianchi che fingevano di essere asiatici, si chiudeva gli occhi con il nastro adesivo. “Mi dava il voltastomaco guardare qualcuno che si incollava gli occhi per sembrare cinese. Mi ha turbato intimamente, ma ho fatto il mio ruolo“, la reazione di Hong, che poi aggiunge:

Un giorno ero dietro le quinte, gli stavo dando le battute e lui era davanti alla camera. Mi è capitato di sbagliare una battuta. Lui si è avvicinato e mi ha detto: “Cosa credi che sia questa? Una scuola per attori cinesi?“. Ero scioccato, non sapevo cosa fare. Mi è venuto incontro ed ero pronto a combattere. Ma lui non si è mosso, è andato nel suo camerino. [Dopo aver dato un ultimatum ai produttori], mi ha fatto licenziare. Questo dimostra il profondo pregiudizio che aveva dentro. Mi ha fatto molto male. Mi ci sono voluti anni per riprendermi. Ho dovuto andare da uno psichiatra.

Trovate tutte le informazioni su Everything Everywhere All at Once nella nostra scheda.

Cosa ne pensate delle parole di James Hong sugli attori asiatici nell’industria hollywoodiana? Lasciate un commento!

FONTE: The Guardian

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