E' stato presentato oggi al Festival di Roma, in una conferenza alla quale ha partecipato Jamie Bell, Le Avventure di Tintin: il Segreto dell'Unicorno.

L'attore ha raccontato diversi aneddoti della sua esperienza sul set: Bell voleva interpretare Tintin sin da quando, nel 2003 (a 17 anni), fu contattato per la prima volta da Steven Spielberg, che all’epoca meditava di farne un film live action: “l’incontro andò bene ma poi il film non si fece. Con l’arrivo di Peter Jackson invece si è sbloccato tutto, specie grazie all’idea di usare il performance capture”. Richiamato d’urgenza in Nuova Zelanda per le prime prove il connubio è parso subito perfetto, anche perchè quello che cercavano era “un attore europeo, che fosse pratico di Tintin e che si trovasse a suo agio con il motion capture” …e così è stato.
 

Sei europeo, e lo sappiamo, ma sei anche esperto di TinTin?
Da morire! Dove sono cresciuto io, un paesino di provincia, non c’era niente, mi sentivo terribilmente isolato, l’unica cosa che consideravo un fuga dalla realtà erano il ballo e i cartoni di TinTin. Vedevo anche Babar, Tom e Jerry o i Looney Tunes ma rispetto a questi TinTin era tutta un’altra pasta. Viaggi incredibili, posti esotici, una morale di ferro e poi nessun potere, solo grandi valori e coraggio. Il massimo! E’ stato davvero una figura importante per me quando ero piccolo.

Terzo elemento, il performance capture. Sei stato subito a tuo agio con questa tecnologia?
Sì, è fantastica. Il performace capture libera lo spazio, ti dà modo di creare e piegare la fisicità intorno a te. Non c'è arredamento, non c’è paesaggio, non c'é nulla, nemmeno la temperatura corretta: devi immaginare qualsiasi cosa.

Quindi è stato tutto rose e fiori?
No no. C’è stata una scena veramente difficile da fare, quella in cui siamo immersi nell’acqua e galleggiamo. Chiaramente non potevamo stare davvero in acqua con tutta la tuta e i sensori per il motion capture, eppure dovevamo muoverci come se lo fossimo. Ci hanno appesi, a me e Andy [Serkis ndr], a dei tubi sospesi, in modo da essere liberi di muoverci e stavamo lì a simulare un galleggiamento impossibile mentre recitavamo, davvero duro.

Come è stato lavorare con Serkis?
E' la terza volta che lavoro con Andy Serkis, è un attore con mille sfaccettature, un grande. Dirige, balla, canta e suona il sassofono. Lui conosce questa tecnologia meglio di tutti ed educa tutti su come comportarsi perchè ci crede e vuole che venga adottata sempre di più.

E’ vero che ne farete 3 di film di Tintin?
Dipende. E’ chiaro che ne sono stati pensati 3 e questo primo è fatto per essere il primo di una trilogia (anche perchè Peter Jackson è un fanatico di Hergè) ma se non va bene al botteghino si ferma tutto, quindi attendiamo il responso del pubblico.

Qual è il tuo albo preferito?
Tintin in Tibet, perchè era un momento particolare per Hergè e la storia lascia emergere moltissimo la vulnerabilità di Tintin, il suo sentimentalismo. Ci sono tematiche veramente forti che mettono alla prova la sua amicizia con Haddock, bellissimo. E poi ci stanno gli arrampicamenti che è una cosa che amo e mi piacerebbe fare, per finta. Ah e poi mi piace molto anche Tintin va sulla luna, sarebbe bello andarci!

Molti ritengono Tintin un fumetto noiosissimo, che gli risponderesti?
Che si sbagliano! Tintin è un personaggio veramente particolare e la cosa strana è che di lui non sappiamo nulla! Perchè non ha una donna? Perchè non scrive mai un articolo pur essendo un giornalista? Perchè sta sempre solo con un cane? Nel prepararmi a questo film ho cercato ovunque delle risposte a queste domande ma non ce ne sono e il fatto che Tintin sia così famoso è anche dovuto al fatto che non sappiamo davvero chi sia, dunque ognuno può proiettarsi in lui.

Spielberg che ne pensa del film?
E’ esaltato. E’ stato pazzesco stare sul set con un genio come lui, per la prima volta a contatto con uno strumento nuovo. Cioè, l’uomo che faceva Jurassic Park quando nessuno sapeva che fosse la CG che si mette a fare qualcosa per lui inedito assieme a te!

Immagino che come tutti avessi anche tu il mito di Spielberg…
Guarda io l’ho sempre immaginato come uno che in realtà non esisteva, un po’ come Michael Jackson, anche se non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro. Non lo credevo umano. È un mago che ha accesso alla parte più infantile di te e la tocca come vuole.
E’ mostruoso come sappia lavorare con le icone, ha sfruttato il ciuffo di Tintin come il cappello di Indiana Jones.