In occasione dell’arrivo sulle piattaforme VOD (Video On Demand) statunitensi del film You Should Have Left il produttore Jason Blum è stato intervistato da Slashfilm. Il fondatore della casa di produzione Blumhouse, specializzata in horror a basso budget (e generalmente di grande successo al botteghino) ha spiegato le difficoltà e le opportunità che porta la decisione di distribuire un film in VOD e di come gli avvenimenti del presente possano cambiare i modi futuri di raccontare storie.

Innanzitutto Blum ha spiegato quale processo di selezione dei registi ha deciso di adottare lungo la sua carriera, attiva da 20 anni, ma esplosa solo nel 2009. L’approccio è molto franco con i registi, sia in pre produzione che sul set (per essere così diretto nell’affrontare i problemi ha avuto bisogno di mesi di terapia, ha detto):

Faccio una riunione con i registi nel mio ufficio sia prima che dopo che ci hanno sottoposto il progetto e non mi tiro indietro. Gli spiego come sarà il processo. Gli spiego le cose buone e quelle cattive. Metto tutto sul tavolo, non mi giova affatto sorprendere le persone a posteriori. Vedo come reagiscono i registi e alcuni di loro dicono “non fa per me”. Non li biasimo. Altri dicono “è fantastico”. Il più delle volte, chi risponde in maniera favorevole ha anche un’esperienza di lavoro con noi positiva.

La fiducia è tanta e viene lasciato molto spazio ai registi tanto che, generalmente, la sua presenza sul set è limitata a uno o due momenti lungo la produzione. I registi sanno sin dall’inizio che se dovessero vederlo per più tempo, sarebbe il segno che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe.

Jason Blum ha poi spiegato meglio il suo pensiero e il suo modus operandi: dal momento che la Blumhouse si occupa di film a basso budget è importante che le condizioni di lavoro siano chiare. Capita infatti che alcuni registi “cerchino di fare film a basso budget, ma non vogliano veramente farli” e quindi avanzino richieste che la produzione non può soddisfare.

Come detto in precedenza, il nuovo film della casa di produzione, intitolato You Should Have Left (scritto da David Koepp), non ha visto la distribuzione cinematografica, ma è uscito direttamente in VOD. Ma come si prende una decisione commercialmente così difficile?

Penso che, arrivati alla fine di un film già completo, sia una buona cosa renderlo disponibile al pubblico. Intendo, anche se non puoi andare in sala. Io e la Universal siamo d’accordo che se abbiamo qualcosa di pronto dobbiamo renderlo disponibile in VOD così che le persone possano vederlo senza aspettare. Ovviamente io amo andare al cinema e non c’è un modo migliore che vedere un film in sala, ma se la scelta è tra non vedere un film o vederlo, allora sceglierò senza dubbio il VOD.

Non essendoci al momento una reale possibilità di scelta tra la sala e l’On Demand, mentre le distribuzioni sono costrette a ricorrere a quest’ultimo mezzo, per il produttore è impossibile capire se questo avrà un reale impatto futuro sulle produzioni a medio budget, ma non lo esclude.

Blum si è inoltre detto fiducioso che le sale cinematografiche possano riaprire a luglio con delle forme di distanziamento sociale. Quando ci sarà un vaccino (cosa di cui si dice certo), secondo il produttore, gli incassi si riavvicineranno molto velocemente ai risultati pre-Covid, facendo ripartire così l’industria senza ulteriori scossoni.

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